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Gli eroi in bianconero: ATHIRSON

di Stefano Bedeschi


Nasce a Rio De Janeiro il 16 gennaio 1977 e cresce in un quartiere ricco, da una famiglia benestante: il padre è un ufficiale in pensione, la madre infermiera, i quattro fratelli periti informatici. Athirson inizia a tirare calci al pallone nella scuola di calcetto del quartiere, il Grajau Country, cominciando a far intravedere qualcosa di buono: gli osservatori del Flamengo lo notano e ben presto gli aprono le porte della prima squadra. È il 1996 e Athirson comincia a giocare nelle varie rappresentative nazionali (Under 17, Under 20 e poi, addirittura, la “Seleçao”, in sostituzione di Roberto Carlos); nel 1998 è dato in prestito al Santos, e in Brasile ci si stropiccia gli occhi per le gesta di questo imprendibile terzino sinistro dal goal facile; nella stagione 1999-2000, tornato al Flamengo, mette a segno ben dieci reti.
«È il nuovo Roberto Carlos!» Dicono in patria; queste voci arrivano a Omar Sivori che, nella primavera del 2000, lo segnala a Luciano Moggi. Dopo appena una settimana di trattative, è trovata l’intesa con il giocatore, che firma un contratto fino al 2005, ma non con il Flamengo. La Juventus ha fretta, vuole avere il giocatore a disposizione già da settembre, per l’inizio del campionato, ma la società brasiliana non ne vuole sapere e così i bianconeri devono aspettare che il terzino si svincoli, il 31 dicembre 2000, per poi prenderlo a inizio del 2001.
A quel punto il Flamengo tira in ballo un accordo precedente con il procuratore del giocatore, ma a seguito di un contenzioso legale lungo e travagliato, la Juventus ottiene dalla FIFA un transfer provvisorio, grazie al quale il 23 febbraio 2001 Athirson diventa un giocatore bianconero a tutti gli effetti.
A Torino, appena sceso dall’aereo, lo accoglie la neve. «Non l’avevo mai vista dal vivo», racconta il brasiliano, che compera una casa appena fuori città e un’Alfa 166: comincia in questo modo l’avventura italiana! «Se ora mi sento pronto per l’Italia e per la Juventus è perché sono stato due anni nel campionato paulista. Lì si gioca un “futebol” europeo. C’è più organizzazione, il calcio tatticamente è evoluto, si picchia, si fa pressing, non si lascia spazio agli avversari. A Rio il calcio è più lento, più romantico, più tecnico, ti lasciano fare delle cose impensabili. A São Paulo ho capito che potevo fare strada. Con Roberto Carlos abbiamo alcune caratteristiche comuni ma non siamo proprio uguali. Lui è un campione, io lavoro per diventarlo. Come stile di gioco mi paragonerei al milanista Serginho».
Moggi è entusiasta: «Athirson è il giovane adatto a ricoprire il ruolo di esterno sinistro. Non dovrà essere soltanto un difensore, ma anche un difensore. Con lui non abbiamo più ruoli scoperti». Anche Ancelotti si allinea: «Non lo abbiamo preso per sostituire Pessotto, che può giocare anche in altre posizioni, a destra, ad esempio, o a centrocampo. E, in ogni caso, la concorrenza è importante. Credo che Athirson possa dare qualità a tutto il gruppo e che possa rappresentare una valida pedina in più nel finale di stagione».
Al termine di un periodo di riabilitazione per curarsi da un infortunio precedente, Athirson scende in campo per la prima volta il primo aprile 2001 al Delle Alpi, sostituendo Zidane al 29° minuto del secondo tempo, con la Juventus comodamente in vantaggio per 1-0 sul Brescia. Dopo venti minuti le “Rondinelle” pareggiano con Roberto Baggio e la gara termina con il risultato di 1-1; considerata la contemporanea vittoria della Roma sul Verona, i bianconeri si complicano terribilmente le cose in chiave scudetto.
Il brasiliano avrà altre poche occasioni di scendere in campo: qualche spezzone contro il Lecce, la Fiorentina, il Perugia e l’Atalanta e il suo rendimento è spesso insufficiente. La stagione successiva, Ancelotti è esonerato e sulla panchina dei bianconeri, ritorna Marcello Lippi; di Athirson si perdono completamente le tracce: non gioca proprio mai, nonostante in estate Moggi avesse rifiutato un’importante offerta da parte del Celta Vigo.
Nel gennaio 2002 la Juventus lo manda in prestito, al Flamengo, in attesa di riportarlo un giorno a Torino. Quel giorno non arriverà mai, perché il 2 ottobre 2003 i bianconeri rescindono il contratto con il giocatore pagandogli, peraltro, una penale di 2,3 milioni di euro. Nel luglio 2002, Athirson balza agli onori della cronaca, anche se per meriti non sportivi; scoppia il caso “Viva Lain”, il centro di massaggiatrici a luci rosse per vip, scoperto nel capoluogo piemontese: sulla lista dei clienti stilata dagli inquirenti, compare anche il suo nome.
Athirson resta al Flamengo fino a dicembre 2004, fatta eccezione per una breve parentesi al CSKA di Mosca (da febbraio a giugno dello stesso anno). Dall’estate del 2005, il Pappagallo, questo il suo soprannome dovuto alla sua loquacità e all’innata simpatia, entra a far parte della rosa del Cruzeiro, per poi trasferirsi in Germania, a Leverkusen.

 


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