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ESCLUSIVA TJ - Rui Barros: "Juve farà come il mio Porto, ma non c'è un fuoriclasse come Baggio. Chiesa quasi portoghese, su Pogba e Di Maria..."

di Mirko Di Natale

Due anni trascorsi tra il 1988 e il 1990 sono bastati a Rui Barros per innamorarsi della Juventus. Una passione per questi colori mai tramontata, nemmeno ora che l’ex centrocampista portoghese fa parte dello staff tecnico del Porto, che proprio l’anno scorso sfidò i bianconeri negli ottavi di finale di Champions League. La redazione di TuttoJuve.com lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per avere la sua opinione sull'ultima stagione disputata dai bianconeri e non solo:

La Juventus ha concluso quest'annata senza vincer nessun trofeo, non capitava da dieci anni. Quale è il tuo punto di vista?

"Cerco sempre di seguire la Juventus, è normale concludere una stagione senza vittorie. E' una squadra che aveva cambiato allenatore, tanti giocatori e non c'erano ancora i giusti meccanismi. Questo club è nato per vincere, è sempre in possesso di una grande fame di successo, per questo sono sicuro che già dall'anno prossimo tornerà a competere ai massimi livelli".

Hai affrontato, nel giro di due anni, Juventus, Milan e Lazio ottenendo tra l'altro dei grandissimi risultati con il Porto. Per questo motivo avrai senz'altro maturato una tua idea sul calcio italiano, quindi i bianconeri quanto sono distanti dalle prime tre classificate dell'ultima stagione?

"Non così tanto, la caduta di quest'anno la ritengo un avvenimento che può succedere nel mondo del calcio. In questi ultimi anni è cresciuta tantissimo la competitività in Italia, ora non c'è più quella distanza che prima esisteva dalla Juventus. Per tornare alla vittoria, questa è un'ottima motivazione".

Può aver influito, almeno in parte, l'addio di CR7 avvenuto a pochi giorni dalla partita con l'Empoli?

"CR7 è sicuramente un giocatore in grado di fare sempre la differenza, ma la rosa della Juve è composta da grandissimi giocatori. E' chiaro che adesso si provi a cercare dei colpevoli, ma non credo sia stato questo il motivo scatenante. Ora ci sarà da pensare soltanto alla prossima stagione, c'è il tempo per provare a costruire una squadra più forte e competitiva".

Anche la tua Juve non era più vincente come quella degli anni precedenti, ma stava cercando di riuscirci nuovamente.

"E' vero, ma in quegli anni riuscimmo comunque a vincere una Coppa Italia e una Coppa Uefa. La Juventus non si è scordata come si vince, farà come il mio Porto e riconquisterà lo scudetto. C'è grande pressione, qui e ad Oporto è la stessa cosa: i tifosi vogliono festeggiare alla fine dell'anno".

Per chi non lo sapesse, dopo un anno di stop, il Porto ha conquistato il suo trentesimo scudetto nazionale.

"Sì è stata una grande stagione, i ragazzi si sono comportati davvero molto bene. In Champions League, nonostante un girone difficile, ci siamo giocati le nostre carte e, poi, in Europa League abbiamo fatto il massimo. Il merito è anche di Sérgio (Conceição ndr), un allenatore molto italiano nell'applicazione della tattica. A lui piace sempre vincere, è grintoso, oltre ad esser un grande studioso e questo a mio giudizio non può che esser sinonimo di intelligenza. Ha maturato esperienza in giro per l'Europa, ha giocato anche da noi, non si poteva scegliere di meglio".

Pogba e Di Maria potrebbero essere due giocatori giusti per ritornare a vincere?

"Sì, i grandi giocatori sono sempre quelli giusti. Diffido sempre da chi parla di appagamento, quando sei in campo vuoi sempre vincere. Pogba e Di Maria possiedono la giusta esperienza, quella che serve ad oggi alla Juventus".

Quindi, per capire meglio il tuo pensiero, c'è bisogno di giocatori già abituati alla vittoria?

"No, non è proprio così. I tifosi della Juve, come quelli del Porto, saranno impazienti e vorranno tornare a vincere subito. Ok i giocatori giovani, perché è quello il futuro, ma la cosa migliore sarebbe creare un giusto mix".

Tornando a quella sfida dell'anno scorso, quale dei bianconeri colpì maggiormente la tua attenzione?

"Ci sono tanti giocatori importanti nella Juventus, ma se ne devo dire proprio uno scelgo Federico Chiesa. E' un giocatore rapido, forte, buon finalizzatore, che disputò due bellissimi match contro di noi. E' difficile trovare dei giocatori come lui. Mi aveva colpito tantissimo per la sua grinta, velocità e la voglia di non mollare mai. Potrebbe essere quasi un giocatore portoghese (sorride ndr)".

Nella Juve di oggi manca un po' un giocatore come Roberto Baggio?

"Sì, manca quel tipo di fuoriclasse. Baggio è stato fenomenale, era un leader e in campo ci deliziava con le sue giocate. Ma quando non vinci, si parla sempre del passato: i tifosi vivono il presente, non i ricordi".

E visto che stiamo parlando di giocatori, c'è qualche tuo connazionale che consiglieresti alla Juve e al calcio italiano?

"E' una domanda difficile questa (sorride ndr), ma c'è un giocatore che mi piace tanto come Vitinha. C'é però un problema".

Ah si? E quale sarebbe?

"E' un fenomeno, per questo il Porto non lo cederà!".

Si ringrazia Rui Barros per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.


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