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Pessotto, una nuova vita 5 anni dopo

di Davide Lazzerini
Era il 27 giugno 2006. Si respirava l'ebbrezza di un'estate appena iniziata, l'atmosfera era inebriata dai Mondiali di Calcio che vedevano l'Italia impegnata nel raggiungimento di un sogno. Una giornata come tante altre, con in sottofondo il pathos di una rassegna iridata. Fino alle ore 11. Quando tutto è passato in secondo piano. News improvvise raccontavano del drammatico gesto compiuto da Gianluca Pessotto, ex calciatore della Juventus e dal 27 maggio 2006 nuovo Team Manager della società di Corso Galileo Ferraris. Un lancio nel vuoto da un abbaino della sede bianconera. L'impatto violento sull'Alfa 147 di Roberto Bettega. In mano, un rosario. Le condizioni del Professorino bianconero (questo il soprannome di Pessotto, vista la sua laurea in Legge) apparvero subito molto gravi. Lesioni varie e disparate, fratture, emorragie. La corsa disperata all'Ospedale delle Molinette, le preghiere, i perché. Sembrò chiaro fin dal primo minuto che il dirigente bianconero aveva tentato di togliersi la vita, perché il salto dall'abbaino non poteva essere considerato un gesto involontario. Ed immediatamente iniziarono a correre sull'etere i rumors sui motivi che avrebbero indotto il buon Gianluca al disperato gesto. I problemi con la moglie, una forma depressiva latente, l'onta incombente di Calciopoli. Ipotesi. Lontane dalle forme di rispetto e preghiera che si esigerebbero in momenti di tale drammaticità. Informati della notizia, i giocatori della Juventus impegnati in Germania raggiunsero l'amico. Del Piero, Ferrara, Zambrotta, Cannavaro lasciarono il ritiro per recarsi alle Molinette. Una visita colma di significati. In suo onore, dopo la vittoria per 3 a 0 della Nazionale italiana sulla Nazionale ucraina nei quarti di finale, i suoi compagni mostrarono un tricolore con la scritta "Pessottino siamo con te". Gianluca riuscì a superare le varie operazioni successive. Da combattente riuscì a vincere la battaglia più importante della sua vita e a godere del successo azzurro in Germania. Più che mai, a lui dedicato. Nel settembre 2006 ha abbandonato le Molinette per iniziare il periodo rieducativo. Ha più volte dichiarato di voler lasciare alle spalle quel ricordo, quel gesto, quel dramma. E di voler ricominciare. Ce l'ha fatta Gianluca. L'uscita da quel male oscuro e terribile, da quell'incubo inconscio è stata la sua più grande vittoria. Ora è Responsabile Organizzativo del Settore Giovanile bianconero. E ora più che mai riecheggia quel pensiero: "Pessottino siamo con te".
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