Zambrotta: "Fagioli va aiutato, non si può arrivare a piangere in panchina per i debiti"
"Il Milan mi sembra stia meglio, non avrà Maignan e Theo ma è più sereno. La vicenda scommesse sulla Juventus può avere influito". Parla così Gianluca Zambrotta, doppio ex della sfida in programma domenica, nella lunga intervista a La Gazzetta dello Sport: "Gli uomini chiave? La coppia Thiaw-Tomori per il Milan, perché da qualche settimana sono molto solidi. Per la Juve dico Rabiot, che con Allegri è sempre importante".
Spazio ovviamente anche al capitolo scommesse: nella vita da calciatore, mai capitato di giocare o di ricevere proposte?
"No, io non ho mai avuto questo vizio e l’abitudine alle scommesse non era così diffusa. Ai miei tempi c’erano meno tentazioni rispetto a quelle dei ragazzi di oggi e anche i social avevano appena cominciato a diffondersi. I ragazzi oggi sono molto più fragili, hanno più possibilità di salire sul piedistallo e poi scendere in fretta. Con i leoni da tastiera, se non hai personalità e autostima è facile sbagliare. Se fai un autogol, i social ti colpiscono duro. Non è facile".
Il quadro che emerge dalle notizie di queste due settimane però è molto preoccupante. Che dire, da ex calciatore e da genitore?
"Sì, non è un bel quadro. I giocatori sanno che non si può scommettere, quindi è giusto punire che infrange le regole. Dall’altra parte però, leggendo le parole di Fagioli, mi viene da dire che in questo momento va aiutato. Non si può arrivare a piangere in panchina, non per un passaggio sbagliato ma per i debiti: così un giocatore rende al 10%. Nicolò va punito ma non condannato, altrimenti si rischia di perderlo".