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Tinti a TMW Radio: "I giovani italiani costano di più? Non sempre, vi spiego il motivo"

di Alessandra Stefanelli

Nella rubrica di TMW Radio "La Voce dell'Agente" in collaborazione con A.I.A.C.S. – Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società, è intervenuto il noto procuratore Tullio Tinti.

C'è chi si spaccia per agenti e abbindola i ragazzi prospettando provini in Paesi lontani. E' un danno grande d'immagine alla categoria?
"Sicuramente, ma questi sono degli abusivi. I controllori dovrebbero controllare di più, altrimenti si spaccia come procuratore chi non è abilitato. Si va in mano a gente che non ha scrupoli e fa cose vergognose. Purtroppo certi personaggi esistono, vanno denunciati ma chi deve intervenire spesso è assente. E' un tema importante, su cui bisogna intervenire. Ci deve essere il rispetto del nostro lavoro ma anche noi per primi vogliamo chiarezza e controlli. Sembra che il male del calcio siano i procuratori, ma se c'è qualcuno che sbaglia è giusto che paghi. Non si può generalizzare sempre".

Si può raccontare qualche aneddoto su queste situazioni?
"Esempi ne sentiamo tanti. Sono abituato a parlare se sono a conoscenza di fatti veri. Ci sono tante chiacchiere in giro e credo che qualche denuncia è stata fatta".

Il fenomeno dei parametri zero è in aumento: come va inquadrato questo?
"Non ho mai portato un giocatore a parametro zero ma me l'hanno portato i club. Chiaramente i contratti bisogna farli in due, quando un calciatore legittimamente può dire a un anno dalla scadenza di aspettare viene pubblicizzato, quando un club ha un giocatore in scadenza è tutto normale. A volte un giocatore non firma perché ha aspettato troppo, oppure magari il club non aveva interesse a fare il contratto. Quando le persone si comportano in maniera corretta il problema non credo sussista". 

E' un fenomeno globale però:
"Solo qualche anno fa i trasferimenti erano diventati anche fin troppo importanti. Si pagavano i giocatori anche 70-80 milioni, che sono anche un'esagerazione. E poi ci si lamenta se uno costa 100 milioni e vuole 10 milioni di ingaggio. Se vale di più ovvio che chiede di più. Con costi di trasferimento più bassi guadagnerebbero di meno. Oggi si sta parlando della nostra categoria come un'entità unica poco rispettosa, ma non è così. La stragrande maggioranza è nelle regole, qualcuno magari non c'è ed è giusto combatterlo".

Come mai gli giovani italiani costano di più di quelli stranieri?
"E' vero, ma non in generale. Di alcuni Paesi è vero. Magari un norvegese e svedese costa di meno, ma quello che incide nel nostro calcio e che combattiamo è il discorso che sono arrivati troppi stranieri qui di livello e hanno tolto il posto ai nostri giovani. Nel 2020 è stata introdotta la legge per riportare i nostri ragazzi di valore in Italia, ma questa cosa è stata estesa poi a tutti i lavoratori. Anche nel calcio uno straniero costa il 50% di meno come tassazione rispetto a un italiano. In un momento di difficoltà allora un presidente cosa fa? Così molti nostri bravi ragazzi oggi devono andare in C o D e il percorso diventa più complicato. In C magari non ha più la consapevolezza della sua forza e viene meno l'autostima. Questa norma ha fatto danni, quest'anno è stato messo un paletto sui giovani e anche sul tetto. Ma in Serie A è cambiato poco. E' stato fatto un errore e speriamo che questa normativa venga tolta. E' discriminante davvero nei confronti dei calciatori ma in generale dei lavoratori italiani".


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