Thohir: "Inter, Juve e Milan saranno sempre globali e lavoreranno insieme, ma servono altri club sulla stessa linea"
Il presidente dell'Inter Erick Thohir ha rilasciato una lunga intervista concessa ai microfoni di Roberto Scarpini per Inter Channel. Ecco le parole del tycoon indonesiano riprese da fcinternews.it:
Le attività imprenditoriali di Thohir - "Ovviamente, da leader, devi sapere quale è l'obiettivo da raggiungere. Devi creare una strategia e un management per arrivare a quell'obiettivo. Non voglio essere troppo fiducioso, ma nella maggior parte del business vogliamo raggungere il massimo. Se pensi al nostro gruppo media, gran parte delle nostre unità sono al primo o al secondo posto nel mercato. Allo stesso modo è così nello sport: siamo seri, entriamo nel business, ci vuole tempo per cambiare una squadra, ma tutte stanno andando benissimo. Nel basket stiamo vincendo, nella MLS il DC United sta avendo un rendimento molto costante. L'Inter è quella su cui dobbiamo concentrare di più in questo momento. Vogliamo essere sicuri che torni ai livelli che le competono, ovvero tra i 10 migliori club del mondo. Questo è il nostro obiettivo. Essere in Champions è un must per l'Inter, ecco perché negli ultimi tre anni abbiamo costruito la squadra e allo stesso modo vogliamo essere sicuri di avere un management forte e delle ottime infrastrutture. Il management, le facility e la squadra sono collegati, ecco perché l'Inter sta facendo lo stesso: costruiamo il management, costruiamo la squadra e miglioriamo le nostre infrastrutture. Vogliamo che San Siro torni la cattedrale del calcio, ormai è già diventato vecchio"-
I primi due anni di presidenza - "Questa stagione è la migliore, abbiamo costruito il management e la squadra e i risultati si vedono. Parlando di business, stiamo andando bene, i risultati arrivano. Questo è il nostro sogno, ma la stagione non è ancora finita. Adesso è presto, ma è uno dei momenti più felici anche per me. E' importante che l'Inter torni in Champions League. Un altro momento importante è stato quando Massimo Moratti mi ha dato l'oppotunità di diventare partner e di entrare in Serie A. Un altro momento storico è stato il ritiro di Javier Zanetti, anche se non ho fatto parte di quella storia, ho sentito l'emozione e quanto l'Inter sia grande, sin dal giorno della sua fondazione. Puoi vedere quanti grandi giocatori, grandi presidenti hanno fatto un passaggio di consegne per far rimanere l'Inter una squadra forte. Questi tre ricordi rimarranno sempre nel mio cuore, ma è anche importante questa stagione perché vogliamo arrivare in Champions. Quello sarebbe un grande traguardo per me come presidente".
Cosa è cambiato da quando è diventato presidente dell'Inter - "Dal punto di vista caratteriale, non penso di essere cambiato. Da perfezionista, voglio mantenere le promesse che faccio, lavoro duramente. Quello non è cambiato, però sono cambiate altre cose. Adesso la gente mi riconosce: in Indonesia mi conoscevano già, ma quando sei in giro per il mondo a, Singapore, a New York a Hong Kong, in Cina e in Europa e vieni riconosciuto, questo ti cambia. E' la realtà della vita, è un buon momento per incontrare i tifosi. Sono appena tornato da Singapore e sull'aereo ho incontrato un tifoso che fa l'avvocato e mi ha detto: 'Presidente, io sono un suo tifoso'. E' bello stare vicino ai fan, salutarli perché sono parte del sistema per tornare grandi. I tifosi sono il nostro sangue".
I tifosi nerazzurri - "La cosa più importante è la lealtà dei tifosi verso la squadra, non verso di me. E' importante che i tifosi vengano allo stadio a sostenere la squadra, sia quando le cose vanno bene che quando vanno male. Io ho appena iniziato a lavorare per l'Inter, il titolo recita in grande: 'Presidente, ma io faccio parte del gruppo di lavoro'. Per questo voglio che il management e tutti noi, non solo io come presidente, lavoriamo per far sì che l'Inter torni tra i migliori 10 club del mondo. Tutti insieme lavoriamo per il club e per i tifosi.
Mancini - "Quando lo abbiamo ingaggiato, era il miglior candidato per l'Inter, ecco perché abbiamo preso una decisione difficile in quel momento. C'è stata una lunga riunione con tutto il management, non ho deciso da solo e abbiamo parlato fino alle due di notte. Quella sera abbiamo deciso tutti insieme fino a tarda notte. Il giorno successivo siamo andati avanti con la nostra scelta e abbiamo contattato Mancini per spiegargli i nostri problemi e il nostro futuro. E' importante che il nostro allenatore sia in linea con quanto vogliamo costruire, non deve essere solo una decisione personale. Come ho già detto, io lavoro per l'Inter".
Eta media della squadra - "L'Inter ha un'età media sotto i 26 anni. Se dobbiamo costruire un ciclo, non possiamo iniziare con una squadra dell'età media di 29 anni, perchè dopo soli tre anni sarebbe già a 32. Bisogna iniziare dai 25-26, così può crescere bene e forte e sei nel pieno della maturità. Torneremo ad avere una media di 28 anni, ma dobbiamo costruirla insieme e non partire già da quell'età. Ci vuole tempo per diventare una squadra forte. prendiamo in considerazione questo primo anno con Roberto Mancini: partendo dai 26 anni, se ci qualifichiamo alla Champions League, pensa dove possiamo arrivare tra 3 anni: sarà una squadra molto forte. Adesso abbiamo già pronti 15-16 giocatori in prima squadra, ma per giocare in Champions League devi averne 20-22. Magari dovremo aggiungere giocatori forti in futuro, ma vogliamo essere sicuri di essere sotto i 30 anni. Quando aggiungeremo qualcuno, arriveremo a una media di 27,5 anni, ma è una media accettabile. Io, da presidente, voglio vedere dati e numeri, l'ho già detto al management e alla parte sportiva. Per riuscire a raggiungere questi obiettivi".
Politica del calcio italiano - "Due cose: i presidenti dei club devono lavorare insieme e non dire agli altri cosa devono fare o litigare tra di loro. Quella è la direzione sbagliata, noi vogliamo lavorare insieme per ottenere grandi risultati in Serie A. Dobbiamo incontrarci per prendere la strada giusta, continuare a parlare male degli altri presidenti alle loro spalle non è la soluzione vincente. Abbiamo già diversi problemi ogni week-end sia quando vinci che quando perdi. La Serie A ha una storia di 100 anni, perché scontrarci l'un l'altro? Dobbiamo trovare una soluzione vincente per tutti. Secondo: siamo in un mondo globale, non possiamo pensare solo alla Srie A o ragionare solo da italiani o indonesiani. In un mondo globale, dobbiamo competere con gli altri Paesi e gli altri sport. Pensiamo al rugby come sta crescendo velocemente. Nella nostra area non è molto popolare, eppure Singapore ospiterà il World Rugby Seven Series. Honkg Kong ha già ospitato diverse partite e anche l'Indonesia ci sta pensando. Ti immagini il rugby in Indonesia? La Serie A era il migliore campionato, dobbiamo raggiungere i tifosi di tutto il mondo, ma non solo come una solo squadra. Come Serie A, se non raggiungiamo questo traguardo è inutile parlare della Premier. L'Asia è il miglior mercato per lo sport in questo momento. L'Indonesia ospiterà la Moto GP e prima non la conoscevamo, Singapore ha la Formula Uno. La concorrenza non è solo con il calcio, ma anche con altri sport. E' importante che altri presidenti comprendano la globalizzazione, bisogna raggiungere tutti i tifosi. Più i tifosi seguono la Serie A, meglio è per tutti. Ero a Singapore e non riuscivo a vedere la Serie A, nelle notizie si parlava solo di Premier, in tanti altri Paesi in Asia la situazione è questa".
Calcio globale - "Inter, Juve e Milan saranno sempre globali, il loro marchio è riconosciuto, ma non è lo stesso per altri club, quindi dobbiamo lavorare uniti. Inter, Milan e Juventus lavoreranno sempre insieme, ma abbiamo bisogno che anche altri club siano sulla nostra stessa linea".
Inter Academy - "E' aperta da due anni e la strada intrapresa è quella giusta. Inter Academy è presente in India, Arabia Saudita, Cina, Brasile e presto potrebbe crescere ancora. Prima era presente solo negli States e in Giappone e gli ultimi due anni sono stati incredibili. Inter Academy offre la possibilità ai giovani di giocare a calcio e di crescere sia per l'Inter che per il proprio Paese. Per i giovani ci sono diversi problemi di droga, terrorismo e noi vogliamo inserirli nel mondo dello sport. Con lo sport hai salute, impari a socializzare con altri bambini e non rimani a casa a giocare con i videogiochi online. Il mondo si sta digitalizzando, ma dobbiamo ricollegarci come umani. Anche Inter Campus, che sta vincendo molti premi, sta aiutando molto poveri bambini. E' un'altra dimensione, ma la stessa filosofia: sport per unire la gioventù senza discriminazione, senza fattori negativi".
Tifosi nerazzurri nel mondo - "Una delle sfide del nuovo management è di mostrarmi che i contenuti possano essere distribuiti a livello globale: se mi chiedi i risultati, ti direi l'anno prossimo. E' importante raggiungere tutti i nostri tifosi, ne abbiamo 264 milioni. In Indonesia siamo 250 milioni e abbiamo 280 milioni di cellulari, quindi più di una persina ha più di un telefonino. Tra questi 380 milioni, il 26 per cento ha un telefono digitale, è un grande numero e i tifosi dell'Inter in Indonesia sono tanti. Dobbiamo raggiungerli sia attraverso i cellulari che attraverso il mondo digitale. Loro vogliono seguire le partite, interagire con gli altri tifosi, vogliono rivedere i gol il giorno successivo. E' importante per il managment offrire a me e ai tifosi un modo per rimanere collegati all'Inter e ai suoi tifosi".
Presidenza comitato Olimpico indonesiano - "Non è facile, ma che piaccia o no sono indonesano. Voglio dare un contributo al mio Paese e diventare il presidente del comitato olimpico indonesiano. E' un modo che ho per ricollegarmi al mio Paese e allo sport. Nel 2018, l'Indonesia ospiterà i giochi asiatici e quindi avremo 15mila atleti da 45 Paesi. L'ultima volta che abbiamo ospitato questo evento è stato nel 1962, è un gran momento per noi. Quando mi è stato chiesto di diventare il presidente, ho risposto di sì. Come faccio anche con questo impegno? Credo fortemente nel mio management, non posso fare tutto da solo e ho dimostrato che così facendo ho ottenuto dei risultati. Non solo con l'Inter, con il DC Unitred o nel basket. Con questa globalizzazione puoi essere in Italia nonostante la distanza chilometrica. Io però voglio mantenere la mia promessa e continuerò a venire a Milano tante volte. Per la festività natalizia, mi concentrerò sulla mia famiglia, poi a febbraio tornerò a Milano".
San Siro - "Tutto è chiaro: San Siro sarà la casa di Inter e Milan, per questo abbiamo avuto un meeting con Berlusconi. Ora il management dovrà capire come gestire lo stadio anche col Milan. Spero che nei prossimi due mesi riusciremo a trovare un accordo, ho detto a Berlusconi che è importante andare avanti. Siamo in una situazione unica: i tifosi vanno d'accordo e le società ottengono risultati simili, non come succede in altre città. E' bello lavorare insieme, ma ci sarà una scadenza".
Messaggio ai tifosi - "Buon Natale e felice anno nuovo ai nostri tifosi, auguriamo loro di passare delle buone feste. E' importante rimanere vicini alla propria famiglia, i bambini sono il nostro futuro. Tanti auguri anche all'Inter".