Tarallo (La Verità): “Benfica più forte di Juve, Roma e di molte squadre italiane”
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Che Napoli ha visto ieri sera contro il Benfica?
"Non voglio dire che ho visto il Napoli delle sconfitte contro il Bologna o in Olanda, perché non è così. Un tentativo di reazione c’è stato, però il Benfica è stata davvero una grande squadra. Napoli, prima si esce dal Mundialito chiamato Champions, prima si lotta per il campionato che, per me, vinceremo. Lo ripeto: usciamo da questa nuova formula della Champions che sembra un mondiale, meglio così, perché non siamo attrezzati per due competizioni, soprattutto dopo la catastrofe degli infortuni. È solo la realtà dei fatti. Una volta la Coppa Italia veniva quasi snobbata, ora succede con questa nuova Champions che non ho ancora capito cosa sia. È solo calcio, lo so, ma io la penso così. Da tifoso, lo dico dall’inizio della stagione: il Napoli non ha ancora trovato continuità. Vive di fiammate, di due gol fatti in una partita, poi si spegne. Quest’anno ti è capitata così e ti esponi a figuracce. Purtroppo questo pesa sulle partite di campionato, che invece secondo me restano un obiettivo alla portata. Io lo vedo, lo sento, il Napoli ha margine, è tranquillo. Per me la gara di ieri conferma una cosa: se il Napoli esce velocemente dalla Champions e a gennaio prende un centrocampista, il campionato lo vince con un mese d’anticipo. Senza fare mercato ed uscendo presto dalla Champions lo vince comunque."
Udine sarà un campo complicato, poi la Supercoppa, è difficile restare in testa con una rosa così corta?
"Assolutamente. Dobbiamo fare i conti con la realtà, si rischia di perdere entrambe le competizioni. Sarebbe un peccato enorme. Già il Napoli al completo, non era attrezzato per arrivare in finale di Champions. Parliamoci chiaro. Con questa centrifuga di partite, con la nuova formula, ha perso ancora più fascino. Non voglio fare il nostalgico, ma la Coppa dei Campioni dei tempi di Maradona era un’altra cosa: prima giocavi solo se vincevi il campionato, poi sono diventate due squadra, poi quattro, ora ci sono praticamente 40 squadre. Il livello inevitabilmente si abbassa, serve solo a vendere più partite e fare più soldi. Le cose belle, invece, sono quelle centellinate: meno partite, più importanti. Le tv te le pagano di più e poi, avete visto Infantino? Siamo alla nausea."
Il Napoli di De Laurentiis vive anche della necessità di qualificarsi in Champions ed è fondamentale per non incorrere in problemi economici, giusto?
"Certo, è così. La qualificazione in Champions è vitale per la società. Ma alla luce di quello che abbiamo visto, si vede chiaramente il divario. Battiamo la Juve e la Roma, poi arriviamo a queste partite europee e finiamo per prendere schiaffi. Il Benfica ieri era più forte? sì. Più forte di Juve, Roma e di molte squadre italiane. Ci mette davanti a un’evidenza, non abbiamo la possibilità di competere su due fronti. Il gap si vede tutto. Il Napoli è stato travolto, non solo sul palleggio, ma proprio sul ritmo, sulla qualità delle giocate. È stato dominato."
Un ascoltatore ci scrive che abbiamo ampiamente la rosa per arrivare almeno ai sedicesimi. Secondo lei?
"Sono d’accordo ma attenzione: in altre leghe giocano anche il doppio delle partite e nessuno si lamenta. Il punto però è un altro: il Napoli vive questa dicotomia tra campionato e coppa e questo lo rende sempre più simile alle squadre di Conte, che hanno lo stesso problema. Ma non è per forza un difetto dell’allenatore, Conte ha i suoi limiti in Europa, certo, ma ricordiamoci da dove partiamo. Stiamo lavorando con una squadra falcidiata dagli infortuni. Mancano giocatori ovunque. Non è una partita, è una lista infinita di assenze. È un miracolo essere dove siamo. Poi, sì, dovremo rientrare nei ranghi, ci siamo e vogliamo portarci a casa il meglio possibile. La Champions non è un obiettivo, magari arriviamo ai sedicesimi e poi concentriamoci sullo scudetto. Perché lo scudetto, a certe condizioni, lo possiamo vincere tranquillamente."