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Schick: "A giugno mi sentivo un giocatore della Juventus, ma in realtà non lo ero. Mai avuto problemi gravi al cuore"

di Alessandra Stefanelli

Ai microfoni di Reporter ha parlato l'attaccante della Roma Patrik Schick: "Alla fine della scorsa stagione potevo scegliere tra tante proposte, le offerte che mi piacevano di più arrivavano da Torino, Milano e Roma. Ho scelto la Juventus, ero stato chiamato da Nedved e tutto sembrava affascinante. Non vedevo l’ora. A giugno mi sentivo un giocatore della Juventus, ma in realtà non lo ero".

Sulle visite mediche con la Juve: "Sapevo che non era niente di serio, era un’infiammazione cardiaca che era passata. Stavo bene, sapevo di avere abbastanza tempo per riposare e che tutto sarebbe stato normale, ma la Juventus ha rinviato il mio trasferimento. Quando sono tornato dalle vacanze, il mio agente Paska mi ha detto che sarei dovuto tornare a Torino per altri test. Ho risposto che non sarei andato da nessuna parte. Alla Juventus non importava più di me, ero un po’ arrabbiato".

Sul trasferimento alla Roma: "A metà luglio, la clausola da 25 milioni non era più valida, dunque il presidente della Sampdoria mi ha detto che avrebbe voluto tirare il prezzo più in alto possibile e così ha fatto, cedendomi per 40 milioni di euro alla Roma. Kolarov però mi ha rassicurato subito e mi ha detto di non subire il peso del costo del mio cartellino, di star calmo e che tutto sarebbe andato bene".

Sul futuro: "Spero di potermi trasferire tra qualche anno in un club ancora migliore, dove sarò pagato ancora meglio. E' una motivazione che mi ha sempre aiutato molto. Dove? Non credo di poter andare molto più in alto di così. Ma forse restano un paio di club… diciamo Real Madrid, Barcellona o Manchester United".


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