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Sassuolo, Carnevali: "Non sto sentendo Marotta ultimamente. A gennaio vorremmo tenere tutti"

di Alessandra Stefanelli

Intervenuto ai microfoni di GR Parlamento, durante la trasmissione La Politica nel Pallone, l’amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha commentato il momento del club neroverde dopo il prestigioso pareggio ottenuto a San Siro contro il Milan, soffermandosi su mercato, tifosi e lotta Scudetto.

Alla domanda su un’eventuale chiamata di “ringraziamento” da parte del presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, Carnevali risponde con una battuta: “No, ultimamente non lo sto sentendo. Sono tutti impegnati su più fronti”, ha detto sorridendo.

Capitolo mercato di gennaio, con particolare riferimento a Laurienté: “Noi apriamo a tutti. Se il Milan o qualche altra società dovesse bussare, valuteremo. È chiaro che a gennaio vorremmo mantenere la squadra il più possibile così com’è, ma non poniamo limiti a nulla. Se ci saranno opportunità interessanti, le prenderemo in considerazione”. Carnevali sottolinea però un aspetto delicato: “In quel periodo i calciatori possono avere idee diverse e questo non fa bene. Il nostro obiettivo è restare concentrati, mantenere la rosa e magari investire su qualche profilo di prospettiva”.

Sul tema prezzi dei biglietti nel settore ospiti, l’AD neroverde è netto: “Non parteciperò a una commissione del genere. Bisogna avere rispetto dei tifosi: far pagare cifre elevate in trasferta non è corretto. Detto questo, ogni club deve essere libero di fare i propri prezzi”. E aggiunge una provocazione: “I tifosi dovrebbero essere pagati per andare al terzo anello, soprattutto considerando i servizi carenti di molti stadi. Ma questo è un tema che parte dalla politica e non riguarda solo i prezzi”.

Infine, uno sguardo alla lotta Scudetto: “Questo campionato è bellissimo. Davanti sono tutte lì e spero che continui così. È spettacolare e lo diventa ancora di più quando anche i club medio-piccoli riescono a dire la loro. Per noi fare punti con Inter e Milan è un sogno, ma non possiamo far ‘morire’ i grandi club”.


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