Repubblica - Kalulu, Maldini, Kean e i rimpianti così gli esuberi rinascono altrove
Su Repubblica - Kalulu, Maldini, Kean e i rimpianti così gli esuberi rinascono altrove. Se l’aspettavano in pochi e forse nessuno della Juventus, ma il miglior bianconero di questo scorcio di stagione è Pierre Kalulu: arrivato quasi come un riempitivo, ha cominciato con due panchine, alla terza partita è diventato titolre, alla quinta è passato al centro della difesa e da lì non s’è più schiodato, né mai nessuno lo schioderà. Ormai giganteggia in ogni partita (a Lipsia, in Champions, è stato mostruoso) e oltre a blindare l’area di rigore o ad anticipare gli attaccanti in campo aperto (è la cosa che sa far meglio), dà una bella mano all’avvio della manovra, perché è l’unico dei difensori juventini che sappia inserirsi verticalmente nei corridoi che s’aprono a centrocampo, come faceva Calafiori a Bologna e come non hanno saputo fare troppo bene Bremer e Gatti, cui Motta aveva inizialmente affidato il pacchetto difensivo centrale.
In poco più di un mese, insomma, Kalulu è diventato un colpaccio di mercato o, visto dalla prospettiva milanista, il seme di un pentimento, lo specchio di un rimpianto, il pretesto per mangiarsi le mani come quando dal Milan alla Juve passarono “la mela marcia” Davids