Protti: "Napoli-Juve non è mai una gara banale"
L'ex attaccante del Napoli, Igor Protti, ha parlato della sfida di stasera a calcionapoli24.it:
Sei sorpreso più dei 5 punti della Juve o dei 6 del Napoli?
“Se c’è una squadra un po’ più da giustificare, quella è certamente il Napoli. Gli azzurri hanno cambiato tanto a partire dalla guida tecnica. Con Sarri la squadra ha dovuto imparare nuovi meccanismi di gioco, ragion per cui un avvio a rilento era preventivabile. Non è così invece per la Juve che è ripartita da Allegri anche se deve fare a meno di Pirlo, Tevez e Vidal. Il distacco dall’Inter è davvero enorme se guardiamo la classifica delle due squadre”
Può essere già sfida decisiva?
“Il campionato è lungo, c’è tempo e spazio per recuperare. Tuttavia è una gara che può dare dei segnali importanti sul piano psicologico perché Napoli-Juve non è mai una gara banale”
Hai avuto modo di conoscere il tuo collega Giuntoli?
“Non ho avuto modo di conoscerlo perché ho iniziato quest’anno la carriera di direttore sportivo al Tuttocuoio. Ho però fatto il corso di ds con Gianluca Grava con il quale ho uno splendido rapporto. Questa estate, tramite il nostro allenatore Cristiano Lucarelli, volevamo portare qualche giovane Primavera del Napoli da noi, ma poi non se ne fece più nulla”
Napoli saprà aspettare Sarri?
“Mi auguro e spero di si. Maurizio è una persona perbene e seria. Il calcio ha bisogno di personaggi così che sono professionisti e non illusionisti. Sarri è uno che è venuto dalla gavetta ed è il simbolo della meritocrazia del calcio. Gli auguro di vero cuore di potersi godere l’affetto e la carica che ti dà il popolo del San Paolo”
Dopo l’esperienza al Bari sei approdato alla Lazio. Come è stato il cambiamento da una città all’altra? Secondo te Valdifiori sta pagando questo?
“Non nascondo che i miei primi sei mesi a Roma furono difficili perché il cambiamento era totale. A Bari ci sono rimasto quattro anni ed avevo punti di riferimento, nella Capitale non fu così. Mi accorsi subito che tutto era diverso perché ad esempio a Roma prima della città, dovevi viere il quartiere. Credo che Valdifiori stia pagando un po’ questo visto che è stato tanto tempo in una realtà ben diversa da Napoli. Tuttavia un calciatore se ha le qualità si adatta presto e riduce questa sorta di gap”
Juve-Napoli 2-2 anno 1997-98. Segnasti il gol del pareggio. Raccontaci come è nata quella prestazione super in un’annata da dimenticare per la squadra.
“Fu un’annata davvero molto difficile per tutti noi. Andammo a Torino consapevoli di partire nettamente svantaggiati, ma in cuor nostro per tutta la settimana ci preparammo affinché potessimo regalare una piccola soddisfazione ai nostri tifosi in un campionato da dimenticare. Da lì nacque una prestazione fatta di tanto cuore ed orgoglio. In campo mettemmo davvero tutto per pareggiare”
Che si prova a giocare con la dieci di Diego a Napoli?
“Premetto che ho sempre scelto il numero dieci in ogni squadra che ho giocato. Quella doppia cifra è un numero magico e speciale, figuriamoci se indossi la maglia del Napoli con la dieci di Diego. Per me è stato qualcosa di troppo grande perché stiamo parlando del numero uno di tutti i tempi. Raccontare le sensazioni che ho provato indossando quella maglia mi viene difficile spiegarle. Sono robe indescrivibili”
Juve vuol dire per te ultima gara da giocatore professionista?
“Quella partita è ancora oggi nella storia del Livorno per incasso e numero di presenze. Al triplice fischio finale c’erano dei sentimenti contrastanti in me. Da un lato, avendo già deciso il ritiro a 38 anni, non vedevo l’ora di stare insieme alla mia famiglia dopo tanto tempo passato in giro per l’Italia. Dall’altro però è calata in me un po’ di nostalgia perché nel calcio giocato ho passato in pratica tutta la mia vita e lasciare il campo da gioco non è mai cosa facile”