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Prof. Castellacci: "La priorità non è il calcio ma tenere sotto controllo il coronavirus. Lo stop fino al primo marzo non basta"

di Rosa Doro

Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale maggiore di calcio, ha preso la parola a Radio Sportiva per parlare del momento che sta attraversando il paese e il nostro calcio:

SUL CALCIO E L'ALLARME CORONAVIRUS: "Il problema è abbastanza complesso. Bisogna innanzitutto considerare quali siano le priorità in Italia in questo momento: non il calcio, ma tenere sotto controllo il coronavirus. Può avere un senso giocare a porte chiuse se questa forma influenzale resta limitata a dove è ora, ma credo che ci sarà uno sviluppo e altre regioni verranno interessate. Spero non si arrivi a questo, ma penso che ad un certo punto la Federcalcio dovrà pensare di fermare il campionato. Credo non sia un'ipotesi del tutto peregrina".

SUL POSSIBILE CONTAGIO DEGLI ATLETI: "Può succedere, su questo non c'è alcun dubbio. Credo che i giocatori delle squadre debbano attenersi ad alcune regole molto precise, ognuno beva dalla propria bottiglietta e metta i propri panni da una parte, ad esempio. Le squadre che dovranno giocare in Europa potrebbero avere dei problemi, qualche criterio di valutazione va fatto a scopo preventivo".

SULLO STOP DI UNA SETTIMANA: "Ci sarà un'escalation, è ovvio che non possa bastare lo stop fino al primo di marzo. Bisogna pensare a tempi più lunghi per contenerla. Diamo spazio allo sport, ma la priorità ora è un'altra".


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Giovedì 2 maggio
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