.

Pierpaolo Marino: "O ti chiami Juventus e fatturi 300 milioni l'anno o è molto difficile vincere lo Scudetto. Schick? Non penso che i bianconeri abbiano dato inidoneità per niente"

di Redazione TuttoJuve

A poche ore dal match tra Roma ed Udinese Teleradiostereo ha intervistato Pierpaolo Marino, ex dirigente sia dei giallorossi che dei bianconeri. Queste le sue dichiarazioni:

 

Il Match tra Roma ed Udinese oggi sembra avere un pronostico abbastanza chiuso, visto anche il momento dei bianconeri.
Sicuramente il pronostico è dalla parte della Roma. L'Udinese ha fatto 4 sconfitte su 5 partite ma a Milano col Milan non ha giocato male, i rossoneri hanno dovuto faticare per vincere. Credo che in Serie A partite scontate non ce ne siano e l'Udinese è una squadra con un buon potenziale tecnico, anche se forse è ancora eccessivamente giovane: per la Roma meglio averla in calendario ora, perché è una squadra destinata a crescere.

 

Da un paio di stagioni a questa parte l'impressione è che la proprietà abbia meno progettualità rispetto al passato. A Udine sono passati giocatori formidabili, quest'anno l'acquisto di Maxi Lopez è sembrato un po' un controsenso.
Sì, però va detto che magari Thereau ha chiesto all'ultimo di essere ceduto e Pozzo non ama avere giocatori scontenti. La società ha fatto lo stadio, non sembra intenzionata a dismettere anche se Gino Pozzo si dedica molto al Watford. L'Udinese ha avuto tre stagioni grigie e paga anche l'uscita di scena di un giocatore fantastico come Di Natale che da solo ha risolto tantissimi problemi per quasi un decennio, ovvero da quando lo presi io nel 2004.

 

Di Natale è mai stato vicino davvero alla Roma?
No, è stato molto vicino al Napoli, soprattutto nel 2009 quando rifiutò il trasferimento con Quagliarella per motivi familiari. Totò dopo il Napoli ha rifiutato anche la Juventus, perché sua moglie non si voleva muovere da Udine per tante ragioni personali. Io non credo che Totò abbia mai avuto reali mal di pancia tali da portare l'Udinese a riflettere seriamente sulla sua cessione.

 

Per qualche anno io ho sognato la coppia Totti-Di Natale.
Non ti sbagliavi, sarebbe stata una coppia da sogno. Forse lo hanno quando sono andato via io non lo so.

 

I due giocatori più interessanti dell'Udinese di oggi forse sono Jankto e Fofana, due che sul mercato porterebbero anche parecchi introiti.
Sì anche se non hanno ancora grossa continuità di rendimento. Io a questi aggiungerei anche De Paul, però si sono questi anche per me i talenti più interessanti.

 

E questa Roma di Di Francesco che impressioni ti ha fatto? Può eguagliare i risultatui degli ultimi anni?
L'uscita di scena di Spalletti si farà sentire, anche se Di Francesco è bravissimo, perché Spalletti aveva una conoscenza dell'ambiente che lo avvantaggiava. La sua partenza è comunque un fatto traumatico. Credo che sia stato Luciano a volere uscire di scena e la mia impressione è che cambiare una guida tecnica a livelli alti di classifica crei sempre scompensi. A questi livelli la continuità paga: per me la Roma è comunque in piena lotta per la Champions, ma cambiando perdi qualche chance di lottare per lo Scudetto, cosa che avresti potuto fare al termine di un ciclo con Spalletti. A ciò si aggiunga che la Roma ha messo dentro anche un nuovo direttore sportivo arrivato dall'estero.

 

Cosa vedi di diverso tra il modo di lavorare di Monchi e Sabatini?
La strategia è la stessa, fare trading e non privilegiare l'aspetto del risultato. Quando fai trading è difficele vincere lo Scudetto: se da un lato devi guadagnare l'autonomia economica della società dal mercato e dall'altro devi vincere o ti chiami Juventus e fatturi 300 milioni all'anno o è molto difficile. Senza contare che la Juve sul mercato comunque investe. Il compito è difficilissimo e Monchi e Sabatini appartengono alla stessa scuola: magari Sabatini come sistema buttava una rete enorme, pescava 10-15 giocatori e su alcuni riusciva a fare plusvalenza. Monchi mi pare lavori in maniera più mirata, facendo qualche movimento in meno. Soprattutto al Siviglia non è che cambiasse così tanto.

 

Hai mai lavorato con Monchi?
Sì presi De Sanctis dal suo Siviglia. Ho il ricordo di una persona particolare, con molta autostima e molto accentratrice, non so se a torto o a ragione. Un personaggio che se sta in un club fa notare la propria presenza, è tutt'altro che un direttore sportivo ombra. Avrete notato che spesso parla in prima persona invece di dire: “Noi vogliamo fare questo”. Non credo però che abbia molta esperienza del campionato italiano e non credo che abbia mai lavorato in una società con ambizioni grandi come quelle della Roma.

 

Sorpreso dall'arrivo di Schick proprio alla Roma?
Sinceramente sì, anche considerando quanto lo ha pagato la Roma. Credo sia la prima volta che un giocatore viene pagato più del valore della sua clausola e la cosa mi ha sorpreso. Però diciamo che se sta bene è un buonissimo giocatore. Dico “se sta bene” perché non penso che lo staff della Juventus esprima un verdetto di inidoneità temporanea per niente.