Piantanida (Mediaset): "Zhegrova tra i top di giornata, curioso di vederlo per 90 minuti"
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.
I suoi tre tre top dell’ultima giornata di campionato?
“Parto da Pisacane e Fabio Grosso. Pisacane ha vinto lo scorso anno la Coppa Italia Primavera, mentre Grosso è un allenatore che in Serie A ha sempre faticato, ma quest’anno si è ritrovato con una squadra costruita bene e sta facendo grandissime cose, arrivando a 22 punti. Ci sarebbe anche Davide Nicola, ma siccome dopo parleremo del Napoli lo tralasciamo, anche perché Nicola ha avuto a disposizione una squadra molto più forte rispetto a questi due. A Cremona ha avuto uno squadrone e sta comunque facendo un buon lavoro, ma di lui parlano già in tanti. Di Pisacane e Grosso invece non parla nessuno, e allora ne parliamo noi. Io li seguo con attenzione, magari non sui social, ma sul campo sì, perché stanno facendo un grande lavoro e qualcuno deve dirlo.”
C’è chi sostiene che l’italiano medio non sia pronto per allenatori come Pisacane e Grosso, che fanno bene come Cesc Fàbregas. È un tema, secondo lei?
“Sì, è un tema. Forse non sono esotici come Fàbregas, mettiamola così. Però va detto che di Fàbregas si parlava già benissimo prima ancora che il Como investisse decine di milioni sul mercato. Nel girone di ritorno scorso il Como ha speso tantissimo, prendendo giocatori importanti, e allora è chiaro che i risultati arrivano. Questo non toglie nulla ai meriti di Fàbregas, che sono tanti, ma le cose stanno sempre nel mezzo. Io voglio dare continuità a Pisacane, che ha giocato tante partite con Borrelli, un attaccante che non aveva mai fatto la Serie A, e a Grosso, che ha lavorato con giocatori di cui uno aveva qualche presenza in Serie A e altri no, con un portiere che non aveva mai giocato in Serie A. Quindi grande merito ai giocatori, certo, ma anche agli allenatori. Spesso, senza motivo, non si riconoscono i meriti a tecnici come loro.”
Il terzo top di giornata?
“Come terzo top Zhegrova. Uso il tuo megafono per chiedere ufficialmente a Luciano Spalletti che cosa significhi ‘la zeppetta’. Sinceramente non l’ho capito. Lui dice che questo giocatore ha qualcosa di unico, ma non ho ben chiaro cosa intenda. Un nostro collega ha seguito la conferenza stampa e Spalletti si è anche un po’ arrabbiato per una domanda sullo scudetto. Luciano resta sempre un personaggio interessantissimo. Ti prometto che alla prossima conferenza stampa cercheremo di fargli spiegare cosa intende per ‘zeppetta’, perché neanche io l’ho capita. Io pensavo a un colpo secco, una giocata improvvisa. Dalle mie parti però la ‘zeppata’ con la A è un’altra cosa e non è positiva calcisticamente. Al di là di tutto, Spalletti parlava di un giocatore che ha qualcosa in più, come quando disse che aveva delle ‘frustate’,quello lo capisco benissimo. Sono curioso di vederlo su novanta minuti e non solo a sprazzi, magari trenta minuti. In questa fase della stagione potrebbe comunque dare un contributo importante fino alla fine.”
I tre flop di giornata?
“Tra i flop ci metto la Lazio. Non tanto per il pareggio in sé, ma per tutto quello che è successo dopo. Per quanto mi riguarda il gol contestato è regolare, sono del partito di Graziano Cesari perché il braccio non è largo, è in posizione naturale, il giocatore guarda avanti e non controlla il pallone con la mano. Passano diversi secondi, cinque giocatori della Lazio provano a fermare Davis senza riuscirci e lui segna col sinistro, che non è neanche il suo piede forte. Per me non c’è errore arbitrale, anche perché Colombo è uno degli arbitri più bravi in questo momento e ha diretto anche la finale di Supercoppa. Quello che non mi è piaciuto è il comportamento della Lazio: prima il silenzio stampa, poi il comunicato, poi parla Sarri, poi il comunicato smentisce Sarri, poi Fabiani smentisce il comunicato che smentisce Sarri. È una gestione confusa. Preferivo i vecchi tempi, quando si andava davanti alle telecamere a dire le cose in modo diretto. Anche contro il Milan è successo qualcosa di simile. Per questo motivo, più che per la partita, la Lazio per me è tra i flop di giornata. Come secondo flop, qui potrei fare una rubrica fissa: un flop alla Fiorentina ogni lunedì. Scherzi a parte, questa volta lo dico in modo serio. Credo si possa parlare di Moise Kean come flop. Attenzione, non per attaccarlo come singolo, ma perché il terminale offensivo è quello che, in certe situazioni, può e deve incidere di più. A partire dalla partita di Parma poteva fare molto meglio. La Fiorentina non era completamente in difficoltà, c’erano almeno un paio di mezze occasioni che un attaccante deve trasformare in gol, altrimenti diventa tutto più complicato. Kean sta subendo molto il peso della situazione, e questo si vede. Forse per la Fiorentina sarebbe meglio ripartire da un attaccante che soffra meno questa pressione. L’ultimo flop è l’Atalanta, sono anni che non riesce a battere l’Inter. Cambiano allenatori, giocatori, strutture, ma contro l’Inter continua a non vincere mai. È diventata una sorta di blocco mentale. Fa grandi cose in Italia e in Europa, mette in difficoltà tutte le big, ma contro i nerazzurri niente da fare.”
Un ascoltatore ci scrive se lei vede ancora Vanoli sulla panchina della Fiorentina o auspica un cambio?
“In questa settimana sono stato un po’ duro con Vanoli, ma non per le sue qualità assolute. Non ho dubbi sul fatto che sia un buon allenatore, lo ha dimostrato. Il problema è il contesto: guidare una squadra come la Fiorentina in una situazione del genere, con il rischio retrocessione, è qualcosa di molto diverso. Qui non si tratta di salvare una neopromossa, ma una piazza storica. Vanoli ha esperienza, ma ha comunque poche partite in Serie A alle spalle come primo allenatore. Io pensavo che con sei punti tra Parma e Cremonese la Fiorentina si sarebbe potuta tirare fuori rapidamente dalla zona pericolosa, invece le occasioni perse stanno diventando troppe. I punti ci sono ancora, ma non puoi sempre dire ‘ci siamo quasi’. Così non ti salvi.”
I suoi tre top e tre flop di Cremonese-Napoli?
“Hojlund, Lobotka e Politano top di Cremonese-Napoli. Flop per Baschirotto, Elmas e Neres a cui manca continuità. Partiamo dai top, dalle cose facili. Il primo è Højlund. Chi lo vede dal vivo capisce che è una forza della natura. I due gol nascono da movimenti giusti, tempi perfetti e cattiveria sotto porta. Non è mai facile farsi trovare al posto giusto due volte. Questo vuol dire essere un grande attaccante. Dopo gli anni difficili al Manchester United, dove avrebbe fatto fatica chiunque, oggi Osimhen è un giocatore completo. Il secondo è Stanislav Lobotka. Ogni volta sembriamo ripeterci, ma è fondamentale. Capisce sempre cosa fare, quando accelerare e quando rallentare. È il cervello del Napoli. Il terzo è Matteo Politano: non avrei scommesso su una ripresa così rapida. È diventato un leader vero, anche quando è rimasto fuori per diverse partite. Quando ha riavuto l’occasione, ha risposto presente, con qualità e sacrificio. Questo atteggiamento fa bene a tutto lo spogliatoio. Come flop ti metto David Neres solo per una questione di continuità: ha qualità enormi, ma deve riuscire a incidere con più costanza. Poi dico Baschirotto, che resta un ottimo difensore, ma in questa partita ha sofferto tantissimo la fisicità degli attaccanti del Napoli. L’ultimo flop, se proprio devo trovarlo, è Elmas: non per una prestazione disastrosa, ma perché in questo momento non ha ancora trovato un ruolo ben definito. Detto questo, il Napoli ha un grande vantaggio: anche quando qualcuno gira meno, ci sono sempre altri pronti a risolvere la partita.”