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Nesta: “Speriamo che l'Italia possa tirare fuori nuovi talenti nei prossimi anni”

di Redazione TuttoJuve

 

Alessandro Nesta, tecnico del Perugia, ha parlato ai microfoni di Radio Radio della sua esperienza in terra umbra e dei temi più caldi delle ultime settimane, soprattutto quelli riguardanti Milan e Lazio: "La mia avventura qui è iniziata bene. Perugia è una piazza importante, il posto perfetto per continuare la mia carriera da allenatore".

Sulla Lazio: "Può provare ad andare in Champions, l'anno scorso l'ha dimostrato. Ha cambiato poco, è una squadra forte e in ogni partita se la gioca con tutti. Ha iniziato così e così a causa del calendario non facilissimo, però Inzaghi è un grande allenatore e l'ha dimostrato. Acerbi-de Vrij? Come caratteristiche sono simili, chi sarà più efficace lo dirà il campionato, vedremo. Allenare la Lazio? Vorrebbe dire che ho fatto bene a Perugia e fatto un percorso importante. La Lazio sarebbe un punto di arrivo non solo per me perché ne sono stato il capitano, ma per tutti perché è una grande squadra".

Sull'addio ai biancocelesti da calciatore: "L'ho detto tante volte. Andarsene è stato difficile per i tifosi ma anche per me. I primi mesi sono stati complicati, poi ho fatto il professionista. Se potevo tornare? Per due giorni c'è stata questa possibilità, poi alla fine non si è fatto nulla. Il Milan ha voluto che rimanessi, la Lazio non aveva così tanta voglia di riprendermi, e quindi sono rimasto". 

Sul derby perso 5-1: "Me lo ricordo bene. Fu un anno difficile per noi, alla Lazio si iniziava a parlare di vendere i grandi giocatori. La società voleva vendermi e io non volevo andarmene. Ho passato dei mesi complicati, c'era aria di divorzio. Sono andato in campo e non ci ho capito nulla. La mia reazione è stata sbagliata, il fatto che mi volessero vendere mi ha fatto pensare di mandare tutto a quel paese, e quindi sono uscito. Se tornassi indietro non lo farei. Avrei dovuto affrontarla in un altro modo ma ho fatto una cavolata". 

Sulle precedenti esperienze in panchina: "Inzaghi e Gattuso hanno già allenato in grandi squadre ma non ho nessun rimpianto. A Miami sono stato benissimo, la mia famiglia si è inserita bene in America e questo non ha prezzo. Sono tornato in Italia con grandi intenzioni, e spero di far bene. Preferisco aver fatto il mio percorso, un percorso più lento".

Sui problemi della Nazionale: "Paghiamo un po' il fatto di avere una generazione di giocatori un po' meno forte della nostra. Noi ci siamo ritrovati una Nazionale forte, tutti lo eravamo. Non è facile sostituire giocatori così. Speriamo che l'Italia possa tirare fuori nuovi talenti nei prossimi anni. Bisogna investire di più nei settori giovanili e sugli allenatori. Bisogna scegliere il top degli allenatori per i nostri ragazzi".

Sulla maglia numero 13: "Sono contento che tanti ragazzi scelgano questo numero per me. Vuol dire che ho fatto qualcosa di importante. Sono orgoglioso di questo, per l'equilibrio che ho avuto nei momenti belli e in quelli brutti. Faccio il tifo per Romagnoli. L'ho conosciuto, è un bravissimo ragazzo, laziale e gioca nel Milan. È bravissimo, gli serve un po' di esperienza internazionale e poi crescerà".