MI CHIAMO BUFFON...

Mi chiamo Buffon, il mio passato è stato "libero", il convitto, la fanciullezza fatta di regole spesso da trasgredire: tutto poteva ma lo è stato l'anticamera di qualcosa di meraviglioso come quando in vespa sfidavo petto in fuori le strade di Parma. Mi chiamo Buffon sono stato e mi sento ancora un ultras, perché il giubbotto chiodato sulla pelle rende simile a ogni singolo tifoso che la domenica mi incita, impreca contro a volte, esulta. Mi chiamo Buffon ho scelto la Juve quando questa maglia a righe era cosi stretta da farmi un cappio al collo, ho attraversato la depressione fino a tatuarmi sulla pelle questi colori e in ogni istante della mia vita non potrei immaginarmi altrove. Mi chiamo Buffon e c'ero nella notte di Manchester quando quella sigaretta troppo amara inzuppava di tabacco la mia delusione alla nicotina. Mi chiamo Buffon, ho fatto il titolare inamovibile nella Juve di Lippi, Capello poi, Lippi ancora, ci sentivamo e siamo ancora i più forti anche dopo la tempesta. Mi chiamo Buffon ho scelto la "Mia" squadra nello tsunami di Calciopoli; l'ho riamata come la prima volta, riassaporata, mi sono appropriato di lei, da Campione del Mondo, nel sabato scioccante di Rimini, mi sono issato a Bandiera perchè nei guai si affonda tutti insieme senza scappare. Mi chiamo Buffon sono e resterò per sempre il portiere più forte del mondo perchè possiedo la follia dei ribelli e la classe dei campioni. Mi chiamo Buffon e che male c'è dover essere un privilegiato, ho un vissuto dentro questi colori che la nuova Juve nemmeno conosce. Sono Gianluigi Buffon e appena torno avrò solo un graffito dietro mie spalle: NUMERO 1.