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Massimo Mauro: "Avevo l'accordo con Viola, ma Boniperti mi disse..."

di Redazione TuttoJuve

L'ex ala della Juventus, Massimo Mauro, intervistato da Walter Veltroni sul Corriere dello Sport, è tornato sul suo passaggio in bianconero: "Il mio passaggio alla Juve su scelta di Boniperti? Questa è una storia…Viola decise di fare follie per portarmi alla Roma. Alla seconda partita dell’ultimo campionato con l’Udinese, a settembre, mi invita a casa sua a pranzo e mi fa firmare un contratto su un foglio. Lui mette il timbro della Roma e io metto la firma su questo contratto. Però ancora non c’era la possibilità che il giocatore decidesse, era la società che comprava o vendeva . E c’era la firma contestuale, tu dovevi dire “sì, accetto”. A dicembre mi chiama il presidente dell’Udinese e mi dice “Tu mi stai continuando a ripetere che vuoi andare alla Roma, Io invece ti ho venduto alla Juventus, rifiutami la Juventus”. Allora dico: “No, mi faccia parlare con la Juventus e poi vediamo”. Vado a Grado in un appartamento umido, una cosa bruttissima, arriva Boniperti, si siede, mi presenta un contratto e mi fa “Non ci rompere le balle, tu vieni alla Juventus e lascia stare la Roma”. Mi mostra il contratto fatto con l’Udinese. Avevo ventidue anni. Mi accontentò sulla parte economica e io dissi va bene, vengo. Dopo una settimana Viola mi telefonò e me ne disse di tutti i colori. Io gli risposi: “Guardi, deve parlare con l’Udinese, è l’Udinese che mi ha venduto alla Juventus, io non posso rifiutare la Juventus”. Alla fine dell’anno l’Udinese ce-dette Gerolin alla Roma e si disse che lo cedette per mitigare un po’ l’arrabbiatura di Viola…. Un giudizio e un ricordo di Platini? L’intelligenza applicata al calcio. Michel era straordinario per le scelte che faceva durante le partite e per come amministrava il tempo insieme ai compagni, insieme all’allenatore, insieme al presidente. Ed era veramente una lezione guardarlo, io stavo attentissimo ai comportamenti di Platini, perché, se uno ha un po’ di sale in zucca, a frequentare gente così impara molto. Ho appreso molto da Scirea e da Cabrini: poche parole, comportamenti mai sbagliati, sempre improntati all’interesse del gruppo, mai a quello personale. Se è vero che Platini si allenava con le pantofole? E’ vero che non aveva bisogno di allenarsi. Anche se poi era una persona seria, non era assolutamente uno scansafatiche. Spesso veniva sporco di terra rossa, giocava a tennis un’ora prima e poi veniva all’allenamento. Però serietà assoluta, mai un problema nello spogliatoio, mai una mancanza di allenamento, mai un orario sbagliato, un grandissimo professionista, sotto tutti i punti di vista".