.

Lazio, Lotito: "Lo Scudetto? Non prometto niente. Ma lavorerà alacremente come faccio da 20 anni"

di Alessandra Stefanelli

Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto ai media presenti, tra cui TMW, all'uscita del Consiglio Federale a Roma per parlare di temi attuali, cominciando dalla decisione di far vedere in chiaro Milan-Napoli: "È uno stimolo per far riavvicinare le persone al calcio, non tutti hanno le risorse per abbonarsi... Dobbiamo riconquistando un po' di appeal. Il tennis ha fatto un grosso passo in avanti da questo punto di vista".

La Lazio ha riconquistato i tifosi.
"Lo dice lei che ha riconquistato i tifosi, a me hanno continuato a fare i cori...".

Però siete a un passo dalla Champions.
"Lasci fare quello che siamo. Penso che nella vita contino i fatti, ho sempre lavorato con questa logica. Non faccio proclami: hanno contestato l'allenatore, i giocatori... Adesso il cammino della squadra sta smentendo in modo chiaro e inelluttabile le critiche. Noi camminiamo con i piedi per terra, con umiltà, determinazione e spirito di gruppo, partita dopo partita".

Cosa manca per non contestare anche lei?
"Chi ha studiato la storia lo sa: 'Nemo profeta in patria'. Purtroppo quando diventi ingombrante, ovvero che sei una persona che ha una visione e fai cose che gli altri non fanno, diventi oggetto di contestazione. Forse perché limiti le aspettative di qualcuno che vorrebbe un'altra considerazione".

È una sua rivincita?
"Vorrei ricordare a tutti che sono presidente da 20 anni e sono l'unico che l'ha presa in Eccellenza, l'ha fatta ripescare in Serie D pagando un contributo straordinario e l'ha portata in Serie A, vincendo tutti i campionati e vincendo pure Supercoppa Italiana e Coppa Italia. Ho preso la Lazio che aveva 550 milioni di debiti, oggi ha un centro sportivo, dicono, all'avanguardia. Farò pure un documentario specifico, così se ne renderanno conto. Abbiamo vinto 7 trofei, dopo la Juve siamo quelli che hanno vinto più di tutti, qualcosa abbiamo fatto. La critica l'accetto, il giudizio funzionale al miglioramento... Sono il primo, sapete quante cose ho preso dai tifosi, tantissime, ma devono essere cose costruttive. Hanno messo lo striscione agli arabi: 'Comprate la Lazio'. Non è in vendita, quindi non se la possono comprare, primo problema. Poi se andiamo a vedere quello che succede nel sistema sportivo italiano, dove l'80% delle società sono estere, non mi sembra che stiano brillando di efficienza. Oltre al risultato sportivo, c'è anche quello economico e organizzativo".

Ha già pensato al rinnovo di Baroni?
"Ancora? Baroni se l'ho scelto l'ho fatto con una funzione e penso lo abbia capito, oltre a interpretarlo nel migliore dei modi perché si sente parte integrante di una famiglia. Noi la abbiamo creata, tutti sono figli e Baroni è colui che la coordina dal punto di vista tecnico. Fino ad ora lo sta facendo con maestria, correttezza e rispetto dei singoli perché non sta privilegiando nessuno. Questa situazione sta pagando, per loro deve essere un maestro di vita, diventa un punto di riferimento di un giocatore. Ho in testa la filosofia di Maestrelli, l'ho preso con quello scopo. Ho azzerato tutti, non ho ridimensionato. Non voglio più i nomi, voglio la sostanza, le persone che combattono, combattenti e mai reduci, che entrano in campo con la voglia di dare il 100% per le persone che li sostengono. Io gliel'ho detto: 'Esistete perché esistono persone che vi sostengono e dovete rendere ciò che vi danno alle persone meno fortunate perché quando combattete la gente si appaga. Se vi danno affetto voi dovete renderglielo'".

Per il Flaminio tutto sta procedendo nel verso giusto?
"Certo, io non parlo e quando lo faccio significa che le cose le sto facendo. Ho mai parlato del Flaminio? Ho preso l'impegno con l'amministrazione comunale che a metà novembre avrei portato uno studio di pre-fattibilità, cosa che avverrà matematicamente perché ho voluto fare un progetto che sia funzionale all'efficienza dell'impianto alla luce delle norme attuali e non di 40 anni fa. È come se ci fosse Nervi oggi e rimodellasse il Flaminio all'esigenza di 50mila spettatori. Guardate che lavoro certosino abbiamo fatto: abbiamo il direttore del dipartimento all'università dove era all'epoca ordinario Nervi. Ho ripreso il capo attuale perché lui non c'è più, il suo erede. Ho preso un rappresentante della famiglia, altre che sono le più titolate per organizzare le cose dal punto di vista gestionale. Quando ho presentato il progetto tutti sono rimasti entusiasti, ho coniugato le caratteristiche architettoniche con l'esigenza che necessita il calcio attuale. Ora tocca metterle a terra, non vanno solo proclamate e non è semplice. Quando dico che abbiamo l'Academy non è che una mattina mi sveglio e uso la bacchetta magica. C'è tutto un iter procedurale, è passato del tempo e così è adesso. Sono fiducioso che piano, piano, salvo complicazioni, cercheremo di dare la casa ai laziali, dopodiché un presidente che ha reso il centro sportivo tra i primi in Italia, ha fatto l'Academy, uno stadio... Che deve fare? Non ho fatto debiti e a farli ci vuole poco. Se faccio l'Academy e poi un buco da 100 milioni, sono tutti buoni a farlo... Adesso venite tutti a chiedere i giocatori, io sorrido: 'Chi è quello, chi è questo?'. La Lazio ha fatto una sala scouting dove ci sono 8 persone che lavorano 24 ore al giorno e vedono i giocatori in tutto il mondo e noi sappiamo quali sono i più funzionali. Una volta selezionati dal punto di vista visivo, li andiamo a visionare dal vivo".

Lo Scudetto lo può promettere?
"Io non prometto niente, non l'ho mai fatto e non sono in grado. Posso dire solo lavorerò alacremente come sto facendo da 20 anni per cercare di riportare la Lazio agli albori del calcio non solo nazionale, ma anche internazionale".


Altre notizie
PUBBLICITÀ