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La Stampa - Striscioni sull'Heysel e cori razzisti: quando in curva torna la vergogna

di Redazione TuttoJuve
Fonte: di Massimiliano Nerozzi per "La Stampa"

Tira di nuovo una brutta aria negli stadi italiani, a meno che l'ultima settimana non sia stata particolarmente sfortunata, radunando una notevole concentrazione di imbecilli e razzisti. Striscioni «vergognosi e inqualificabili» a San Siro per Inter-Juve, aggettivazione del presidente di Lega Maurizio Beretta, cori razzisti a Firenze contro Sinisa Mihajlovic e altri canti antisemiti, mercoledì, dalla curva della Lazio. Se del peggio non v'è classifica, si può iniziare dalle scritte issate dentro lo stadio Meazza, di certo lo spot più visto. Striscione poco ironico e molto sintetico sul presidente bianconero Andrea Agnelli, un altro sulle 39 vittime dello stadio Heysel, 1985, la notte di Liverpool-Juve, abbinato all'indagine sul nuovo impianto bianconero. Ieri, il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha deciso le ammende: all'Inter, 20.000 euro. Il minimo della pena prevista dal Codice di giustizia sportivo, e senza diffida, perché «la società ha concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza». Uno sconto che sta diventando come le attenuanti generiche: si concede a tutti. Come per l'ammenda di 10.000 euro alla Juve per cori «costituenti discriminazione razziale contro un giocatore avversario» (Maicon). Altri poco eleganti, alla memoria di Facchetti, sono sfuggiti.

«Premesso che siamo di fronte a una vergogna assoluta - dice Beretta - la nostra sensazione è che in genere questi fenomeni siano in diminuzione, segno che l'azione di prevenzione e repressione sta funzionando. Fermo restando che si è trattato di un episodio inqualificabile, da parte di gente che vuole il male del calcio, ci sono state altre 70.000 persone che hanno dato esempio di grande civiltà». La situazione generale è in miglioramento anche per il dirigente di polizia Roberto Massucci, vice presidente operativo dell'Osservatorio del Viminale: «Le nuove norme e i controlli stanno dando risultati, certo era parecchio che non si vedevano striscioni così brutti». Requisire la voce per i cori, non è possibile, ma pure scovare i lenzuoli è dura: «Gli striscioni non possono entrare - continua Massucci - ma a volte alcuni sono facili da nascondere e vengono fatti dentro l'impianto». Rafforzati i controlli, si inizia a discutere sulla segnalazione degli episodi e sulle sanzioni. Nel turno infrasettimanale, la Lazio è stata multata di 7.000 euro per un coro razzista. Senza indicazione di recidiva. Eppure basterebbe cliccare su youtube, mica frugare in segreti archivi, e guardarsi il video «Su cantiamo tutti insieme giallorosso ebreo»: sul luogo della registrazione ci sono pochi dubbi. Un anno fa, per i cori razzisti (recidivi) contro Balotelli, fu chiusa la curva della Juve. Non a caso, dopo gli striscioni di San Siro, i tifosi bianconeri si sono scatenati sul web: e il «Comitato per non dimenticare Heysel» sta valutando se citare per danni morali l'Inter, spiega uno dei membri, Annamaria Licata, 45 anni, la metà dei quali passati a tifare in curva. Perché, dice, l'Heysel non è pallone, ma una tragedia.


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