Juventus e Tether: finanza, mercato e scenari aperti
La possibile acquisizione della Juventus da parte di Tether continua ad alimentare il dibattito sul legame sempre più stretto tra grande finanza, criptovalute e calcio di vertice. Il gruppo Tether Holdings Ltd, fondato nel 2014 dall’imprenditore italiano Giancarlo Devasini e oggi guidato dal CEO Paolo Ardoino, è uno dei protagonisti assoluti del settore crypto grazie a USDT, la stablecoin ancorata al dollaro statunitense. Con sede legale a El Salvador, la società ha costruito la propria crescita su volumi di scambio elevatissimi e su una gestione delle riserve che, negli ultimi anni, ha beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato.
Nel 2024 Tether ha superato una capitalizzazione di mercato pari a 105 miliardi di dollari, inserendosi stabilmente tra gli operatori più rilevanti dell’ecosistema finanziario globale. Un’espansione che va letta all’interno di un contesto più ampio, segnato dal consolidamento di Bitcoin come asset finanziario e dalla diffusione di strumenti di pagamento digitali alternativi ai circuiti tradizionali.
Bitcoin, nuovi mercati e l’espansione dei pagamenti decentralizzati
L’ecosistema crypto ha progressivamente conquistato settori come il gaming, l’iGaming, il mercato degli NFT e la finanza decentralizzata, proponendo modelli alternativi rispetto ai circuiti bancari tradizionali. In questo contesto si sono diffusi anche i cosiddetti crypto casino, piattaforme che accettano esclusivamente valute digitali.
Come spiegano diversi osservatori del settore, la differenza sostanziale fra i crypto casino e quelli ADM è nella regolamentazione: i primi hanno licenze estere, per lo più di paesi come Curaçao e Malta, mentre i secondi hanno una licenza italiana. Questi ultimi garantiscono quindi una maggiore tutela dei giocatori, dai propri dati personali in fase di registrazione e dalle transazioni come prelievi e depositi, fino alla riscossione delle promozioni pensate per i nuovi utenti e alle altre offerte. I casino crypto, che puntano tutto su velocità, privacy e pagamenti decentralizzati, hanno invece tutele più limitate, rendendoli una scelta non ottimale per i giocatori italiani.
Il primo approccio e la chiusura di Exor
È all’interno di questo scenario che va inquadrato l’interesse di Tether per la Juventus. Nelle scorse settimane è emersa la notizia di una proposta preliminare che valutava il club circa 1,1 miliardi di euro, cifra che non ha trovato apertura da parte di John Elkann e della holding Exor, azionista di controllo. La risposta è stata netta e accompagnata da una presa di posizione pubblica che ha ribadito come la Juventus non sia sul mercato.
Secondo ambienti finanziari vicini al dossier, Exor attribuisce al club un valore sensibilmente più alto, stimato intorno ai 2 miliardi di euro. Una valutazione che tiene conto non solo dei ricavi, ma anche del peso del marchio, dello stadio di proprietà e di una base di tifosi tra le più ampie in Europa.
Piazza Affari e il segnale del mercato
Nelle ultime ore un nuovo elemento si è aggiunto al quadro. Alla riapertura di Piazza Affari, le azioni della Juventus hanno registrato un incremento di circa il 4%, attestandosi a quota 2,92 euro per titolo. Un rialzo che porta la capitalizzazione complessiva del club a circa 1,2 miliardi di euro, valore già superiore alla proposta avanzata da Tether per l’acquisto delle quote Exor. Un segnale che il mercato sembra aver interpretato come una conferma della solidità dell’asset Juventus e della distanza tra la valutazione interna della proprietà e le prime avances esterne.
Prospettive e interrogativi
L’operazione ipotizzata da Tether, pur non essendo andata a buon fine, ha comunque un valore simbolico rilevante. Mai prima d’ora una società legata al mondo delle criptovalute aveva tentato un’operazione di questo tipo su un club controllato da una delle dinastie industriali più influenti del Paese. Un passaggio che intreccia calcio, nuovi capitali globali e asset strategici della tradizione italiana.
Resta da capire se l’interesse potrà tradursi in un eventuale rilancio, ipotesi che richiederebbe una valutazione nettamente superiore alla precedente. Allo stesso tempo, Exor appare intenzionata a mantenere il controllo, consapevole del valore sportivo, mediatico e identitario della Juventus, al di là delle oscillazioni di Borsa.
Il futuro, al momento, resta aperto. Tra finanza tradizionale, nuovi mercati digitali e un club che continua a rappresentare un simbolo nazionale, la Juventus rimane al centro di un confronto che va ben oltre il campo da gioco.