.

Inter, Marotta sulla seconda squadra: "Dove la facciamo allenare?"

di Alessandra Stefanelli
Foto

Ospite della presentazione di "Odio il calcio", il nuovo libro di Fabrizio Biasin, l'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, ha parlato di vari argomenti: "Ricordo ai tempi del Como, si parlava tanto di AIDS e io ero ds: mi fecero uno striscione giocando su questa assonanza. Cena con Conte a Trento? Ma no, era una cena allargata a quindici persone".

C'è spazio ancora per l'ironia in questo calcio?
"Oggi scherzare e fare ironia è pericoloso, devi stare attento a con chi parli, dove parli. Però mi piace fare calcio, la passione si concretizza con l'adrenalina di andare a giocare sabato a Torino o martedì col Salisburgo senza sapere cosa succederà. Se dovessi fare l'agente o altro, non mi entusiasmerebbe più".

È diventato più autorevole col passare del tempo?
"Ma questo vale nella vita in generale, a una certa età si inizia ad avere una certa esperienza alle spalle. Ti porti dietro le cose buone e le cazzate che hai fatto, le sconfitte che hai subito: nella vita capita di aver sbagliato alcune cose e oggi ho la consapevolezza per poter affrontare anche cose negative".

Ci sono le raccomandazioni a livello giovanile?

"Beh, in una squadra giovanile romana, non dico quale, fino a qualche anno fa c'era la squadra dei raccomandati. Non è una cosa che scopro io, sicuramente le raccomandazioni ci sono, però la classe dirigenziale tutta, almeno a livello professionistico, fa le selezioni in base alla capacità. Cosa diversa è esasperare, che per esempio capita nel mondo giovanile o dilettantistico: il diritto al gioco penso sia di tutti".

Quindi vincere non è la cosa più importante di tutte.
"Assolutamente no, anzi. Vedo che però questo concetto è esasperato proprio laddove non ci dovrebbe essere, nelle squadre dilettantistiche. È una cosa che combatto e contesto, ne abbiamo parlato anche di recente con Abodi. È il male del calcio".

Si fa la seconda squadra dell'Inter?
"Le seconde squadre, come sapete la prima è stata la Juventus e poi è arrivata l'Atalanta, secondo me sono uno strumento indispensabile come la crescita dei giovani. Il passaggio da Primavera a prima squadra è molto difficile, manca quello strumento intermedio che gli possa consentire una crescita, che può essere l'Under 23. Però, e faccio mea culpa, è che mancano le strutture adeguate: dove la facciamo allenare?".

Le piace il Viola Park?
"Non l'ho visto, ma mi hanno detto che è una struttura unica in Europa. Tanto di cappello a Commisso, mi hanno parlato di una struttura italiana ma con mentalità americana".

Conte dice di averla convinta a rifare Appiano.
"Antonio è molto esigente, negli stimoli che dà. C'era da fare un restyling dalla Pinetina e l'abbiamo attutato, era un processo già attivo prima di lui ma lui è molto attento a tutto quello che riguarda una società di calcio".

Quindi sulla seconda squadra: sì, ma ci vuole del tempo…
"Eh, dobbiamo risolvere questo problema. Che riguarda l'Inter, ma anche tante altre società. Dico quello delle strutture in Italia".


Altre notizie
PUBBLICITÀ