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IHATTAREN: "Alla Samp come se non esistessi, non giocavo e non mi pagavano lo stipendio"

di Giuseppe Giannone

Intervistato dal "Telegraaf", Mohamed Ihattaren, centrocampista offensivo classe 2002 della Juventus, in procinto di trasferirsi in prestito all'Utrecht, fa il punto sulla deludente esperienza alla Sampdoria, e sul rittorno in Olanda: "La Sampdoria? Sono partito a causa delle circostanze che si sono create lì. A diciannove anni stavo seduto in una stanza d'albergo, da solo, abbandonato a me stesso. Non ce la facevo più, tutti i tipi di accordi non venivano rispettavi. Come se non esistessi. Non è stato organizzato nulla, conto in banca o assicurazione. Così ho scelto per me stesso, non c'era più fiducia. Ma non certo disperso... Bastava a chiedere a Utrecht, a Afellay, Labyad, mi avrebbero visto lì. E se mi fossi rotto una gamba alla Sampdoria? Non ho ricevuto uno stipendio, ho chiamato il team manager e mi ha detto 'paghiamo ogni due mesi'.

Non è successo è tutto questo ha iniziato a irritarmi. Non ho giocato, non lo stavo facendo, non c'erano prospettive e ho chiamato Raiola. E mi ha detto di stare calmo. Quando sono arrivato alla Sampdoria, non c'era nessuno tranne il team manager. Ho fatto le foto con la maglia, gli allenamenti il giorno dopo. Poi ho visto delle persone in giacca e cravatta e ho detto 'questi sono i dirigenti, pezzi grossi'. Non so, avrebbero potuto essere anche tassisti, non avevano idea di chi fossi. E l'allenatore (D'Aversa, ndr) non sapeva neanche che fossi mancino. Però ho pensato 'sono da solo e tirerò fuori qualcosa di bello. Gioca e stai in silenzio.

Le mie condizioni fisiche? "Ho fatto una risonanza magnetica al ginocchio tre volte, di cui una a un'ora e mezza da Genova. Non so perché. Ogni volta non c'erano danni, stavo bene e volevo allenarmi, ma sembrava che non mi capissero o non volessero farlo. Mi sembrava di essere in vacanza, nel gruppo c'era irritazione per questa mancanza di lucidità e ho anche litigato con Candreva, sebbene rispetti molto la sua carriera.

D'Aversa? Dopo che avevo deciso di tornare in Olanda, mister D'Aversa mi ha chiamato per dirmi che sarei stato titolare la partita dopo. Non avevano mantenuto nessuna promessa a Genova e non gli ho creduto. Avevo perso ogni tipo di fiducia".


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