Guardiola: "Addio al City? Non è vero. Devo riflettere"
Fonte: ANSA
(ANSA) - ROMA, 13 OTT - "Lasciare il City? Non è vero. Devo riflettere. Nuovo allenatore dell'Inghilterra? Neanche questo è vero. Se avessi deciso lo direi. Neanche io lo so". Pep Guardiola, ospite a "Che tempo che fa" su La Nove, smentisce le voci di addio al Manchester City rispondendo ad una domanda di Fabio Fazio. "Se Roberto Baggio mi accompagna vengo in Italia come suo assistente", aggiunge scherzando l'attuale tecnico del Manchester City. Poi sulla nuova formula della Champions League: "Non l'ho capita neanch'io. Vedremo come è andata a fine stagione". L'allenatore catalano nel corso dell'intervista rende omaggio a Johan Cruijf: "Non mi immagino il mio percorso nel calcio senza la figura di Cruijff. Mi ha insegnato tanto a livello tattico ma soprattutto l'intuizione che anche se qualcosa va male significa che deve venirne una buona. Era un genio. Mi ha fatto innamorare del calcio", spiega ricordando il grande calciatore e tecnico olandese che Guardiola ha avuto come allenatore nel Barcellona. In un perfetto italiano, Guardiola - che ha chiuso la carriera di calciatore nel Brescia in Serie A - ha ricordato anche Carlo Mazzone che lo ha guidato proprio nelle "rondinelle". "Per l'italiano mi ha aiutato tantissimo Francesco De Gregori con le sue canzoni. La mia preferita è "La storia siamo noi". Non l'ho mai conosciuto". "Mazzone? Ero in tribuna allo stadio e, quando l'ho visto andare a protestare sotto la curva dell'Atalanta, ho detto: "Questo è il mio allenatore". La prima volta mi ha detto: "Aho, nun te volevo qui". Poi siamo sempre stati molto legati ed insieme nei momenti importanti". In quella squadra c'era anche Roberto Baggio. "Baggio? Se piango adesso mi dispiace. L'ho conosciuto alla fine della sua carriera. Aveva un ginocchio che era una lavatrice ed era fortissimo. Posso immaginare quando era all'apice. Era una persona solare. Non era solo un grande calciatore è che è una bella persona. Penso che non ci sia un posto in Italia dove non è amato. Lui portava il cane all'allenamento ma noi tutti glielo permettevamo. Perché lui era diverso". Poi a sorpresa interviene in collegamento video Roberto Baggio che ricorda l'episodio del cane: "Lo portai al campo ma non sapevo che Mazzone aveva paura dei cani e che si era arrabbiato già con un mio compagno che giorni prima aveva portato il suo cane. Vide il cane e si arrabbiò ancora con il mio compagno ma lui gli disse che era mio. Allora Mazzone disse: "Ahò, e fatelo giocà. Dategle un biscotto". (ANSA).