Grassani: “Che Andrea Agnelli fosse un tipo tosto non lo scopro io, ma che le iniziative…”
L'avvocato Grassani su Corsport: "Mattia Grassani *Che Andrea Agnelli fosse un tipo tosto non lo scopro io, ma che le iniziative intraprese dall’ex presidente della Juventus, unitamente al suo ex ad Maurizio Arrivabene, potessero arrivare a tanto, in pochissimi lo immaginavano. Meno che mai quando scelse un percorso che nessuno, prima di allora, aveva osato battere. Deferimenti, inibizioni di lungo periodo (24 mesi di stop), pesanti ammende, pronunciamenti sempre contrari in sede endofederale e Coni, non ne hanno fiaccato la sete di verità e giustizia. Agnelli, infatti, non si è dato per vinto e, nonostante abbia integralmente scontato la squalifica, sembra avere trovato un giudice... a Ber-lino. Per l’esattezza a Kirchberg, in Lussemburgo, dove ha sede la Corte di Giustizia dell’UE, l’organo supremo che garantisce l’uni- forme interpretazione e applicazione del diritto comunitario in tutti gli Stati membri.
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Nello specifico, le sanzioni disciplinari, come quelle irrogate ad Agnelli ed Arrivabene, devo- no essere soggette a un controllo, anche incidentale, da parte di organi che soddisfano i requisiti connessi alla qualità di «giurisdizione» ai sensi del diritto dell’Unione. In altre parole, secondo l’Avvocato generale, è necessario consentire che una sanzione disciplinare venga assoggettata a una verifica di merito da un organo che possa qualificarsi come ‘giurisdizione’ ai sensi del Diritto dell’Unione Europea, titolato anche ad annullare il provvedimento ove illegittimo. È stata considerata contraria al diritto comunitario una normativa nazionale che limiti il controllo della legittimità delle sanzioni disciplinari.
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A rischio vi sono l’autonomia dell’ordinamento di settore, la certezza delle decisioni di tutti gli organi costituiti in seno alle varie federazioni e la tempesti- va definizione delle controversie insorte.
La sfida, a difesa dell’autonomia della giustizia sportiva, in caso di intervento della probabile rivoluzione, consiste nell’adozione, con il necessario supporto dell’autorità statuale, di un sistema di giustizia sportiva che possa essere qualificato come ‘giurisdizione’ ai sensi del diritto unionale: la strada, però, appare molto complessa e l’obiettivo, ambiziosissimo, appare tutt’altro che facilmente raggiungibile.".