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Gazzetta - Franco Arturi: "Polemica Juve-curvaioli: il club ha ragione"

di Redazione TuttoJuve

Il giornalista de "La Gazzetta dello Sport", Franco Arturi, è intervenuto sulla polemica tra la Juventus e i suoi tifosi, divampata dopo la sfida con lo Shakhtar Donetsk. Così ha risposto ad un lettore sulle colonne della rosea: "Ogni intervento dei club teso a portare ordine e civiltà negli stadi, tanto più se di proprietà, è giusto, benemerito e lungimirante. Va appoggiato senza riserve. Se, per esemplificare nel caso in questione,vengono fatti ripiegare bandieroni che impediscono la buona visione della partita ad altri spettatori, la Juve sta esercitando un suo diritto, che corrispondeaun segnale importante da cogliere in tutto il suo peso culturale. Mi auguro che il presidente Agnelli e il suo staff proseguano con coraggio su questa strada, ma non ne dubito. Il tutto si inserirebbe in un percorso tracciato con la costruzione dello Juventus Stadium e con il fresco annuncio del centro di allenamento adiacente, investimenti che mettono il club bianconero all’avanguardia nel panorama nazionalee alpasso conla migliore Europa calcistica. Allargo ora il discorso sul piano generale: la frequentabilità degli stadi italiani sarà legata allo scardinamento stesso del concetto di curva, così come la conosciamo adesso. Qualcosa chenessuno almomentocomincia non diciamo a fare, ma nemmeno a dire. Eppure il modello non può che essere quello anglo- iberico-tedesco con stadi ribollenti di tifo rumorosissimo, ma con spettatori tutti rigorosamenteseduti al proprio posto,riconoscibile e  individuato. La cosa prescinde dal livello dell’impianto: anche uno stadio nuovo fiammante, infatti, può essere inquinato da un tifo volgare e violento, con zone di vera e propria extraterritorialità rispetto al club e alle forze dell’ordine. La fuga dagli stadi, e qui vengo al tema centrale della sua lettera, è legata a molti fattori, il primo dei quali è proprio l’invivibilità dell’ambiente, intossicato da un linguaggio intriso di intolleranza, espressioni lugubri e reati di varia natura. In un momento di crisi c’è certamente pure l’aspetto economico, anche se in molti bar metropolitani quei prezzi da lei segnalati sono la norma. Giusto, a mio avviso, ridurre il prezzo dei biglietti, ma attenzione: è il mercato, cioè l’adesione o meno dei tifosi nel loro complesso alle politiche dei prezzi, a promuovere o bocciare i vari club. E questo diritto non può essere alienato in nessunmomento. Rimarrete da questo punto di vista i protagonisti".