Gazzetta - Clamoroso, la difesa di Conte: un litigio tra le mogli dietro le accuse del pentito Carobbio
I legali di Antonio Conte sono pronti a dimostrare al procuratore Palazzi che Carobbio aveva motivi di risentimento nei confronti dell’allenatore della Juve. Lo rivela stamane "la Gazzetta dello Sport", in un lungo articolo a firma di Francesco Ceniti, snocciolando anche i clamorosi particolari. Ecco punto per punto come gli avvocati di Conte sono convinti di smontare le accuse piovute sul loro assistito:
Nelle indagini difensive condotte dagli avvocati De Rensis e Chiappero (depositate alla Procura di Cremona e girate dal pm di Martino a Palazzi) si fa notare come Carobbio avesse acredine nei confronti del suo ex tecnico - riporta stamane in un lungo articolo Francesco Ceniti -. Tutto è legato a un permesso chiesto dal giocatore per restare vicino alla moglie partoriente. Permesso negato in quanto c’era di mezzo una partita. Dopo qualche mese a una festa di compleanno, dove erano presenti mogli e figli dei giocatori, la signora Carobbio avrebbe rinfacciato, davanti al marito, l’episodio con tono risentito alla compagna di Conte. Non solo, avrebbe fatto cenno al conto pagato a una ostetrica per colpa del tecnico. I testimoni sarebbero rimasti basiti dalle parole usate. La cosa strana è che, in una recente intervista ad Oggi, la signora Carobbio non fa cenno a questo episodio, ma al contrario esalta l’allenatore salvo poi emettere una sentenza: "Si rassegni, mio marito ha detto la verità...".
Ma la difesa di Conte avrebbe anche altre carte da giocare: si farebbe notare come Carobbio solo al terzo interrogatorio (da Palazzi) chiama in causa Conte. Al pm di Cremona, invece, aveva raccontato di un accordo raggiunto dai giocatori prima della gara. Accordo "sportivo". Stessa versione di Gervasoni. I due collaboratori entrano in collisione. L’altro super pentito (giudicato attendibile quanto Carobbio) aveva spiegato come Gegic gli avesse detto che nella settimana della gara gli zingari avevano più volte contattato Carobbio e Bertani, proprio per tentare una combine (un Over), ma senza raggiungere lo scopo. Sempre Gegic, dice Gervasoni, avrebbe aggiunto di essere stato avvertito dell’accordo nell’imminenza della sfida. Carobbio racconta per due volte la stessa cosa, poi cambia idea. Come mai? Forse qualcuno in famiglia lo ha convinto a forzare la mano? La difesa di Conte aggiunge anche una domanda: se Carobbio era certo della combine dopo le parole del tecnico, perché non ha avvisato gli zingari? In tutte le altre occasioni lo aveva fatto...
Altro punto centrale delle carte difensive è il discorso nella riunione tecnica prima di Novara. Per Carobbio quello è il momento in cui Conte esplicita l’accordo. Gli altri giocatori e lo staff tecnico sentiti dai legali parlano invece di parole cariche di adrenalina alla ricerca di vittoria e promozione. Gli avvocati fanno anche notare come sarebbe stato insensato comunicare all’intera squadra una combine. Perché delegittimarsi in maniera grossolana mettendo al corrente anche ragazzini poco utilizzati?
Le accuse per l’illecito nella gara contro l’AlbinoLeffe («fummo tutti d’accordo, giocatori e tecnici, a perdere») sono state confermate da alcuni avversari. Carobbio indica in Stellini il referente dello staff tecnico: è lui a "innescarlo" dopo l’andata. Carobbio non avrebbe mai parlato della cosa in modo diretto con Conte, ma desume che sapesse di quella richiesta. E’ possibile, invece, che Stellini abbia agito in autonomia oppure abbia raccontato una versione parziale al tecnico. In Siena- AlbinoLeffe ci furono diverse risse in campo. Il contatto poteva servire a evitare vendette all’ultima giornata. Carobbio, infine, racconta dell’incontro a Bergamo con gli ex compagni il giorno prima del match. E’ in quella circostanza che si perfeziona l’accordo, spiega Carobbio: vittoria dei lombardi da conseguire negli ultimi minuti per evitare sospetti. Subito dopo Passoni (ex AlbinoLeffe) chiama i Cossato (intercettati a Napoli) per scommettere a colpo sicuro. Ma Conte era informato? Carobbio sostiene di sì,madagli atti la sua è una deduzione per via di Stellini. Una cosa sembra probabile: a Roma si potrebbero separare le strade del tecnico juventino da quella del suo collaboratore (chiamato in causa sempre da Carobbio anche per la gara col Varese: avrebbe detto «no» a una richiesta di sconfitta fatta da una persona vicina a Mezzaroma). La difesa di Conte spera di poter affrontare una discussione franca con Palazzi e che siano analizzate per bene le controdeduzioni. Anche perché al processo una volta insinuato il dubbio, arrivare a una condanna non sarebbe facile. Insomma, la procura federale potrebbe non trovare sconveniente una soluzione condivisa. Domani sarà tutto più chiaro.