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Discreti: "Juve insicura ma il 4-2-3-1 può rilanciarla. Il vero problema è che manca una guida chiara in società"

di Marta Salmoiraghi

A Fuori di Juve, trasmissione di Radio Bianconera, è intervenuto Stefano Discreti, che ha analizzato il momento della Juventus. Secondo l’opinionista, la Juventus dovrebbe ripartire dai 20 minuti in cui è passata al 4-2-3-1:
“In quel frangente abbiamo visto una squadra con un potenziale importante. È il modulo che ha reso celebre Spalletti e, con il recupero di Bremer, non vede l’ora di adottarlo in pianta stabile. Con qualche intervento sul mercato di gennaio, Spalletti potrebbe togliersi più di una soddisfazione con questa Juve”, ha spiegato.

Discreti ha poi evidenziato le difficoltà psicologiche del gruppo:
“La Juve è sotto pressione e insicura. Lo abbiamo visto nel primo tempo contro il Pafos, probabilmente uno dei peggiori degli ultimi anni. I tifosi hanno manifestato tutta la loro esasperazione con i fischi all’intervallo: non c’è più pazienza. È paradossale che, nonostante tutto, vincendo le prossime due la Juve potrebbe rientrare tra le prime otto e superare l’Inter. C’è stanchezza, sì, ma anche una contestazione eccessiva verso una squadra ancora in corsa su tutti i fronti”.

L’analisi si è poi spostata sui singoli:
“McKennie ha dimostrato quanto possa sbloccarsi la squadra dopo un gol. David ha sbagliato una chance che solitamente non fallisce: segno che mentalmente non è sereno. Il gol nella ripresa potrebbe però rimetterlo in carreggiata. Bisogna ripartire dal cambio di modulo, che ha dato risposte incoraggianti. Fondamentale recuperare Bremer — senza forzare — e intervenire sul mercato a gennaio”.

Infine, Discreti ha commentato la situazione societaria:
“Il vero problema della Juve degli ultimi anni è che Elkann, dopo il terremoto che ha colpito il club, si è circondato di persone che con il calcio hanno poco a che fare. Comolli, ad esempio, ha un curriculum che lascia perplessi: quali meriti giustificano la sua scelta? E, al 12 dicembre, non abbiamo ancora un direttore sportivo. I nomi accostati alla Juve non sono all’altezza del club”.


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