.

DI Vaio: "Grazie alla Juve ho reagito nei momenti di difficoltà. Rimpianto? Non aver giocato la finale di Champions"

di Simone Dinoi
Foto

Il direttore sportivo del Bologna, ed ex giocatore della Juventus, Marco Di Vaio è stato intervistato da Cronache di Spogliatoio: "Quando arrivai a Torino ero convinto di essere pronto, invece trovai una realtà non uno, ma tre livelli superiori a quanto mi aspettassi. Per concentrazione, professionalità e dedizione al lavoro erano troppo avanti. Adesso è normale trovare queste componenti nei grandi club, ma la Juve ce le aveva già vent’anni fa. Ferrara e Conte, ad esempio, avevano fatto la storia, eppure erano sempre in discussione. Vedevi la loro mentalità nel volersi riconfermare ogni giorno, con il sorriso sulle labbra. Grazie a loro, alla Juventus, ai suoi principi, nei futuri momenti di difficoltà continuai ad allenarmi in un certo modo e a reagire. Non a caso, quando per il calcio italiano ero ormai finito, da Bologna in poi feci altri 7 anni ad altissimo livello".

Su Del Piero: "Una volta lo presi da parte e gli dissi 'Io ti ammiro molto, ma non solo per il calciatore che sei. Ti ammiro per lo straordinario equilibrio che mostri in ogni momento'. A Torino su tre pagine di giornale sulla Juventus, una era sempre su di lui. Non c'era pressione mediatica che minasse la sua stabilità, gestiva tutto perfettamente".

Su Lippi: "Abbiamo avuto qualche scontro perché lui è uno bello tosto, ma grazie a lui e a quella Juventus costruii il Di Vaio dei futuri dieci anni. Con Lippi non sbagliavamo una partita importante. Mi fece fare uno scatto mentale perché è l’allenatore in assoluto più vincente che ho avuto. Rimane il rimpianto di non aver giocato la finale di Champions a Manchester contro il Milan: probabilmente vedeva meglio Zalayeta, non gli ho mai chiesto il perché".


Altre notizie
PUBBLICITÀ