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De Paola a TMW Radio: "Il cambio di Di Maria non si è capito. Scaloni ha messo in partita la Francia"

di Niccolò Anfosso

Durante l'appuntamento odierno con 'L'Editoriale' è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio Paolo De Paola. Queste le sue parole:

Un suo ricordo di Mario Sconcerti.
“Una figura complessa che ha sicuramente cambiato il mondo del giornalismo italiano. L’ho conosciuto nel 1987 come vice-direttore della Gazzetta dello Sport, con lui ho avuto un rapporto turbolento ma una parola ho sempre accostato a lui, ovvero energia. Sapeva trasmettere sempre energia alle persone intorno, e questa è una delle cose più belle. È colui che ha inventato lo sport per Repubblica portando dei fenomeni del giornalismo italiano, un vero monumento del giornalismo sportivo.”

Cosa ha lasciato Sinisa Mihajlovic?
“Con Sinisa ho avuto un bellissimo rapporto, ma mi piace raccontare la verità anche in momenti tristi e far emergere il carattere di alcune persone. Mi piaceva discutere di calcio con Mihajlovic, ci parlavo spesso di notte anche quando ero direttore di Tuttosport quando allenava il Torino. Mi raccontava il suo rammarico per una squadra che doveva essere diversa rispetto a quella che fu costruita, il suo rapporto con Cairo e Petrachi. Abbiamo avuto anche un chiarimento molto maschio. È stato un rapporto umano meraviglioso. A me è rimasta impressa una sua frase, relativa a Belotti e alle pressioni della fascia da capitano. Disse che subisce pressioni chi non riesce ad arrivare a fine mese. Ha messo in luce la narrativa sbagliata che c’è in questo mondo, un mondo privilegiato dove le pressioni sono altre.”

Come commentiamo quella toga fatta indossare a Messi alla premiazione?
“Mettersi quella cosa ridicola, che poi avrà un peso nella loro cultura, ma cosa significa non lasciare la maglia dell’Argentina visibile e che ha trasformato Messi in un oggetto ridicolo. Quasi non sembrava un atleta, l’ennesima imposizione ridicola in un Mondiale che ha lasciato molti più dubbi che certezze.”

Che finale è stata?
“È stata una delle finali più belle che abbia mai visto, una partita meravigliosa. Il miglior giocatore al Mondo e del Mondiale è Mbappé, non Messi con buona pace di molti. Messi ha costruito una favola meravigliosa, un qualcosa di straordinario. Questo però non deve condizionare il giudizio, perché Mbappé è un’ira di dio, è semplicemente inarrestabile. Nei giudizi non bisogna però sbagliare, anche la decisione di non premiarlo come miglior giocatore è sbagliata. Messi però meritava questa chiusura. Scaloni poi ha riagguantato un qualcosa che aveva buttato. Il cambio di Di Maria non si è capito, permetteva di allungare la squadra e invece la sua uscita ha rimesso in partita la Francia.”


Editoriale con Paolo De Paola, intervistati da Vincenzo Marangio
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