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Dal 2009 al 2019, trofei, stadio e fatturato: in 10 anni una Juventus cambiata che ha mutato pelle

di Rosa Doro
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Dal 2009 al 2019 è cambiato tanto per la Juventus, una squadra profondamente diversa ma sempre vincente. Pep Guardiola ha incoronato quella bianconera come una delle tre squadre migliori degli ultimi dieci anni insieme a Barcellona e Bayern Monaco e La Gazzetta dello Sport ha riassunto così gli ultimi dieci anni: "La Juventus nel 2008-09 chiudeva il campionato a 10 punti dall’Inter campione, ma non è questo il punto. Il presidente era Giovanni Cobolli Gigli, lo stadio di casa era l’Olimpico, tra i cinque giocatori con più presenze c’erano Amauri, Grygera e Molinaro: un’altra vita. A due giornate dalla fine di quel campionato, la Juventus sostituiva Ranieri con Ferrara, mossa anti-storica perché un esonero in bianconero non si vedeva dal 1969. Quando si alzarono le voci di un addio di Delneri, Agnelli si affrettò a smentire. Il cambiamento insomma è totale e passa attraverso decisioni da grande azienda, in cui i passi avanti in campo sportivo, commerciale e manageriale si legano, si spiegano gli uni con gli altri. L’entrata in scena di Andrea Agnelli, nella primavera 2010, è ovviamente il momento più importante, seguito dalla scelta di Beppe Marotta, prima direttore generale, poi amministratore delegato. Nei quasi nove anni dell’era-Agnelli, la Juve ha avuto tre allenatori (Delneri, Conte, Allegri), tre capitani (Del Piero, Buffon, Chiellini), un nuovo stadio, un nuovo marchio e alcuni principi guida come la programmazione e il rispetto dei ruoli. Con uno sguardo ai conti e uno al campo. Il bilancio sportivo, al momento, è di sette scudetti di fila, due finali di Champions, quattro Coppe Italia e quattro Supercoppe italiane. Dominio assoluto e continuativo in Italia, competitività ad alti livelli in Europa, per restare al ragionamento di Guardiola. Ma nell’ultimo decennio la Signora ha mutato pelle sotto ogni punto di vista". 


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