.

Cassano: "Moggi dice che mi avrebbe cambiato la vita, ma alla Juve mi avrebbe cacciato dopo due giorni. A Roma per l'idolo Totti. La Bobo TV..."

di Alessandra Stefanelli

Intervenuto al podcast BSMT, l'ex attaccante Antonio Cassano torna sul mancato approdo alla Juventus:

L'accordo con la Juve fatto saltare per la Roma. E l'interesse dell'Inter di Moratti prima del Real.
"La stagione successiva mi ricordo, e Moggi, prima di averlo insultato l’anno scorso, ogni volta che mi incontrava mi ricordava, che avevo un accordo con lui per la Juve. Lui mi dice sempre che mi avrebbe cambiato la vita, ma mi avrebbe cacciato dopo due giorni. Avevo l’accordo con la Juve, ma col mio procuratore andai ad incontrare la Roma che mi raddoppiava l’ingaggio e andavo a giocare con l’idolo Totti. Dopo Roma... mi ricordo che c'è stato un periodo dove l'Inter di Massimo Moratti mi cercava. Era Natale e al telefono di mio cugino arrivò la chiamata di Moratti, e quel cretino gli rispose: "Sì, e io sono Berlusconi...'. Il procuratore mi chiama e mi dice che siamo due scemi. Parliamo, mi offrono una barca di soldi. In quei giorni si fa vivo Ernesto Bronzetti, uno dei procuratori all'epoca più importanti, che era molto amico di Florentino Perez. Mi disse che il Real Madrid mi voleva e io non ci ho pensato due volte: anche se io sono interista, ma quando ti vuole il Real Madrid, la squadra dove all'epoca c'erano i giocatori più forti al mondo ed era la squadra più forte in quel momento… Ho accettato, sono andato con una voglia pazzesca, ma è andato tutto a rotoli perché ero sovrappeso, ho litigato. Ho segnato al debutto, ma il problema è stata la continuità. L'ultima volta, per dire, che Lionel Messi ha sbagliato una partita c'era ancora la lira...".

Sulla fine della Bobo TV:
"Io ad Adani dal primo giorno dico sempre che io e Ventola senza di lui non possiamo fare questo lavoro, lui può farlo anche senza di noi invece.
Sotto questo punto di vista, lui non ha rivali, non ha paragoni con nessuno perché come lo fa lui nessuno... è un fenomeno. Io davanti a tutti dicevo che senza Lele non si poteva andare avanti. Umanamente come l'ho vissuta? Dico semplicemente, in parole strette, prima ho usato la parola tradimento che è la cosa che detesto più di ogni altra cosa al mondo. A me non frega niente, si è creato tutto grazie a Lele, io stavo a Genova e me ne sbattevo, Ventola faceva ciò che diceva Adani. Se siamo andati avanti è grazie a Lele, poi si arriva a un certo punto dove se tiri troppo si spacca qualcosa che non si può più ricucire. A quella persona là (Vieri, ndr) io non voglio più dare importanza, per me è un capitolo chiuso. Non lo chiamerò neanche più per nome. Io sono una persona buona e generosa, lui è un capitolo chiuso. Quella persona là... il tradimento è la cosa peggiore, una cosa che non accetto nella mia vita. Pensavi di essere il migliore? E invece ti sbagliavi, noi continuiamo da soli e lui ora si attacca e non lo segue neanche sua madre. A me non è dispiaciuto, meglio accorgersi prima che dopo, perché dopo è già troppo tardi. Si prende ognuno la propria strada, felicemente. Possibile riappacificazione nel futuro? Assolutamente no, è un capitolo chiuso, finito. Per me non esiste il perdono del tradimento. Se ci sono rimasto male? Assolutamente no. Zero. La mia grande sofferenza era che per tanto tempo non si poteva fare altro con Lele e Nicola. Perché parliamoci chiaro, la trasmissione era in tre e Lele era il Messi della trasmissione. Il nome... sono chiacchiere, dietro le quinte faceva tutto Lele".


Altre notizie
PUBBLICITÀ