.

Caso Pogba, svelata la deposizione del giocatore: "Mi hanno puntato le pistole addosso"

di Alessandra Stefanelli

Paul Pogba non dimenticherà mai la sera del 19 marzo 2022. Quel giorno il calciatore aveva trascorso diverse ore con un amico d'infanzia, Boubacar C., a Roissy-en-Brie (Seine-et-Marne), città dove è cresciuto. Verso mezzanotte, mentre si apprestava a tornare nel suo hotel parigino (era in ritiro con la Nazionale), venne condotto da altri amici del quartiere, Adama C. e dai fratelli Roushdane e Machikour K., in un appartamento a Chanteloup-en-Brie. Qui il centrocampista fu costretto a spegnere il telefono, che gli venne sequestrato; dopo pochi minuti fecero irruzione due uomini incappucciati, con addosso giubbotti antiproiettile e pesantemente armati. Pogba venne "invitato" a Roushdane C. a pagare 13 milioni di euro, di cui 3 milioni in contanti, per la protezione che quei due uomini gli avrebbero fornito per anni. È questo un passo della deposizione fatta dallo juventino agli inquirenti il mese scorso, riportata oggi da Le Monde: "Avevo paura. Entrambi mi hanno puntato le pistole addosso. Minacciato in questo modo, dissi loro che avrei pagato ma si misero a gridare: 'Stai zitto, guarda in basso'. Uno dei due incappucciati parlò all'orecchio di Roushdane; quando se ne andarono, Roushdane mi disse che dovevo pagarli, altrimenti eravamo tutti in pericolo".


Altre notizie
PUBBLICITÀ