.

Calcagno (AIC): "L’equilibrio va trovato nelle 45-50 gare a stagione, stiamo arrivando sopra le 80"

di Alessandra Stefanelli

Si gioca troppo? Sì, secondo Umberto Calcagno. Il presidente dell'AIC (Associazione Italiana Calciatori) ha affrontato il tema nel corso di un'intervista rilasciata a La Stampa: "Aspettiamo quello che potrebbe diventare un passaggio nella direzione voluta: i giudici sono chiamati ad esprimersi sulla Fifa e sul calendario che mette al centro anche il nuovo Mondiale per club da metà giugno. Le stagioni del calcio non esistono più, non c’è spazio nemmeno per qualche giorno di ferie. L’equilibrio va trovato nelle 45-50 gare a stagione, stiamo arrivando anche sopra le 80 per chi vive campionato, coppe e nazionale in attesa delle novità alle porte. È scientificamente provato che se fai quattro gare senza una pausa di cinque giorni l’una dall’altra il rischio di farsi male aumenta in modo esponenziale".

L'AIC - che in parole povere è il sindacato italiano - è in prima fila in questa battaglia e il presidente racconta ancora: "Martedì saremo a Bruxelles, un incontro per riaffermare con forza che bisogna invertire la rotta. Vanno tutelati i campionati, va tutelata la qualità: che senso può avere aumentare le partite per aumentare gli introiti se poi il prodotto non ne guadagna in appeal? Un esempio: tutti ci ricorderemo a lungo di cosa è accaduto nei supplementari della finale in Qatar Argentina-Francia, ma quei supplementari non avrebbero avuto la stessa bellezza a giugno o luglio dopo un’annata estenuante. C’è chi prospettava di spostare le prime tre gare del prossimo campionato di Juve e Inter per colpa del Mondiale per club. Mi domando: ma dove si trovano le date e, soprattutto, che senso avrebbe avuto?".


Altre notizie
PUBBLICITÀ