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Amoruso: "Alla Juve sono cambiate ambizioni e mentalità. Spalletti? Mi aspettavo molto di più"

di Giuseppe Giannone

Intervistato da "Derbyderbyderby", Nicola Amoruso, ex attaccante, tra le altre, della Juventus, commenta così il momento che sta vivendo la società bianconera, analizzando anche diversi temi tecnici: "In casa Juventus è cambiato davvero tanto, sotto tutti i punti di vista. Sono cambiate le ambizioni, è cambiata la mentalità, è cambiata la struttura stessa della squadra. Oggi la Juve è totalmente diversa rispetto a quella in cui ho giocato io. All’epoca esisteva un’ossatura molto forte, fatta di campioni italiani e stranieri che davano identità, carattere, continuità. C’era una filosofia precisa, riconoscibile. Oggi questa filosofia non la vedo più. Non c’è un’idea chiara, non c’è un progetto definito. E non so davvero quando potremo rivedere una Juventus dotata di quei valori profondi che l’hanno sempre contraddistinta nella storia.

La difficoltà che vediamo oggi nasce da scelte sbagliate che si sono sommate negli anni. La squadra ha problemi strutturali evidenti e, per come la vedo io, il reparto più carente è il centrocampo. Non è un centrocampo da squadra che vuole vincere: vedo tanta quantità, tanta corsa, ma molto poca qualità. La Juventus è sempre stata abituata ad avere giocatori in mezzo al campo che sapevano determinare le partite, che davano ritmo, idee, geometrie. Oggi questo manca. La squadra, per essere pericolosa, deve affidarsi quasi esclusivamente alle giocate dei singoli: Yldız, Conceicao, qualche spunto individuale. Non c’è un collettivo vero, non c’è una qualità di squadra. E questo è il limite più grande.

L'esonero di Tudor? L’ho trovato un esonero prematuro, sinceramente non meritato. È stato mandato via proprio nel momento in cui stavano arrivando partite più abbordabili, che gli avrebbero permesso di dare continuità, di esprimere le sue idee e forse di sistemare qualcosa. Così invece non ha avuto nemmeno il tempo di incidere. Mi è sembrata una decisione affrettata e non in linea con la necessità della Juve di ricostruire con calma.

Spalletti? Mi aspettavo molto di più. Spalletti è un allenatore che ha idee, esperienza, coraggio, ma non è ancora riuscito a trovare la chiave giusta. La squadra non ha una direzione precisa, manca fluidità, manca identità. È come se stesse cercando ancora la formula ideale, ma a questo punto del percorso è un problema.

Le difficoltà in attacco? Alla Juve manca una cosa fondamentale: la continuità. David e Openda, ad esempio, sono attaccanti che nelle ultime annate hanno dimostrato di essere efficaci, ma alla Juve non viene data loro fiducia a lungo termine. L’attaccante ha bisogno di giocare 5-6 partite consecutive, di sbagliare, di riprovare, di trovare il tempo giusto. Se non succede, è normale che facciano fatica. La Juve oggi non crea molto, non costruisce tante occasioni, e quindi dare la colpa solo agli attaccanti è ingiusto. Se David giocasse sei partite di fila, vedremmo un giocatore completamente diverso. In questa Juve qualsiasi attaccante avrebbe difficoltà.

Il divario della Juve con le altre big? Se guardo la rosa dell’Inter e guardo quella della Juventus, la differenza è molto netta. Mi viene da dire che, per caratteristiche, per personalità e per qualità, forse soltanto Yıldız potrebbe trovare spazio nell’Inter attuale. Questo ti fa capire quanto la Juve debba lavorare e quanto siano pesate alcune scelte poco lungimiranti".


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