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Alice Campello: "A Madrid mi sento finalmente a casa. Col sedere alla luna per avere i gemelli"

di Redazione TuttoJuve

Alice Campello, moglie di Alvaro Morata e mamma di quattro figli, è la sesta ospite di Mamma Dilettante 2, il podcast e vodcast di Diletta Leotta disponibile su YouTube e sulle principali piattaforme di distribuzione:

La gravidanza di Bella è stata particolarmente travagliata

«La gravidanza di Bella è stata molto travagliata. Al terzo mese mi sono svegliata una mattina con il letto pieno di sangue e ho avuto paura di perdere la bambina, che ho sempre desiderato. Quello è stato un momento davvero orribile. Anche il parto è stato molto delicato. Ancora oggi non sono completamente a posto del tutto. Solo grazie ai donatori di sangue adesso posso raccontare la mia storia. Post parto, quando sono tornata nel mio letto d'ospedale, ho iniziato a stare malissimo. Ma siccome Alvaro dipende molto dai miei stati d'animo, non volevo fargli vedere la mia sofferenza. Ma quando i medici hanno spostato la coperta si sono resi conto che ero in un lago di sangue e mi hanno portato via. Alvaro per 12 ore non ha saputo niente di quello che mi stava succedendo. Questo episodio ci ha unito, se possibile, ancora di più».

Quello strano rito propiziatorio per avere i gemelli

«Quando ho provato a concepire i gemelli ho sperimentato davvero di tutto. Mia suocera mi aveva detto "Se fai vedere il sedere alla luna c'è più probabilità di avere un parto gemellare". Le ho voluto dare ascolto e così mi sono messa sul terrazzo e ho compiuto quello strano rito propiziatorio. Ero così tanto ossessionata che ci ho voluto credere, ma non ha funzionato (ride; ndr)».

La dichiarazione d'amore ad Alvaro Morata

«Alvaro Morata è un compagno di vita meraviglioso. E lo è ancora di più di quello che sembra. Non ho mai conosciuto nella mia vita una persona così pura, così sincera. A volte lo devo invitare alla calma, perché è troppo premuroso, non solo con me, ma anche con le persone cui tiene. Io sono proprio il centro della sua vita. Non mi può vedere triste, vive proprio per me. A volte sento che vive più per me che per i bambini».

A Madrid mi sento finalmente a casa

«A Madrid adesso sto bene, ma ci ho impiegato tempo per ambientarmi perché non sono mai stata più di un anno e mezzo nella stessa città. Ogni volta che iniziavo ad avere una vita normale era poi già tempo di cambiare città un'altra volta. Non è stato facile trasferire ogni volta i bambini ed avere nuove abitudini. Anche se hai una famiglia forte che ti appoggia e sei forte mentalmente questa cosa a lungo andare si fa sentire. Adesso ho capito che mi aiuta tornare più spesso in Italia per trovare i miei genitori. Prima mi isolavo molto anche nella sofferenza. Mi sentivo talmente indipendente da non avere mai bisogno di nessuno».


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