Libero - C’era l’Italjuve

14.11.2018 08:40 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Libero - C’era l’Italjuve
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Su Libero si parla di Juventus. C’era una volta l’Italia campione del mondo, una squadra che basava le sua fondamenta su un blocco unito e compatto, tutto di provenienza bianconera, la cosiddetta ItalJuve. La storia dell’ItalJuve parte da lontano, dagli anni ’70-’80 e arriva al suo apice in quel 2006 in cui i vari Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Grosso, Camoranesi, Iaquinta e Del Piero sollevano la Coppa del Mondo. Nel corso degli anni, poi, cambia i suoi interpreti e i suoi ruoli ma mantiene costante la propria importanza all’interno della Nazionale azzurra, tra successi sfiorati, imprese compiute e mancate e qualche delusione. Negli ultimi anni però la consistenza del blocco juventino in azzurro cala, proprio in corrispondenza della crisi più profonda della Nazionale Italiana. E non è un caso che questo sia anche un periodo in cui alla Juventus gli italiani fatichino a trovare spazio. Lo dimostra la partita contro il Milan di domenica scorsa, in cui Giorgio Chiellini era l’unico italiano in campo a vestire la maglia bianconera.

Da Rugani a Bernardeschi, da Spinazzola a Perin a De Sciglio sembrano tutti giocatori parte di un progetto ad ampio raggio che guarda al futuro e che, col tempo, potrà riformare l’asse centrale della Juve e anche della Nazionale. Un piano che investirà certamente anche il prossimo mercato, nel quale la Juve sembra già fortemente intenzionata a puntare alcuni tra i più corteggiati talenti italiani, dal talentuoso Federico Chiesa, per il quale erano stati mossi i primi passi già la scorsa estate, passando per il cagliaritano Nicolò Barella, per Giangiacomo Magnani, fino a Sandro Tonali, ormai conosciuto come l’erede designato di Andrea Pirlo, centrocampista del Brescia appena chiamato dal ct Mancini.

Non una buona notizia per Mancini né per Allegri e neanche per chi aspetta da tempo il ritorno del blocco ItalJuve: un segnale forse solo superstizioso o forse reale per la ripresa dell’intero movimento nazionale.