Juve, uno stadio che rispetta l'ambiente

Dal novembre 2008 al maggio 2009: in sette mesi il “Delle Alpi” non c’è più, demolito per fare posto a uno stadio avveniristico e finalmente pensato esclusivamente per il calcio.
Il vecchio impianto però lascia un’eredità preziosa al suo successore, che l’attenzione dei progettisti non si è lasciata sfuggire. I materiali derivati dalla demolizione infatti sono separati per tipologia, in modo tale da essere riciclati, ricommercializzati o riutilizzati nella costruzione del nuovo stadio.
L’abbattimento delle strutture avviene senza l’utilizzo di esplosivo. Vista la posizione dell’area, al confine tra il Comune di Torino e il Comune di Venaria Reale e sul corridoio di atterraggio degli aerei, l’operazione sarebbe troppo rischiosa, considerando che nell’edificio è presente una grande quantità di acciaio, i cui frammenti metallici potrebbero essere proiettati a lungo raggio.
Il cemento armato dei gradoni viene frantumato e riutilizzato come strato portante del terreno , con circa 40.000 metri cubi di calcestruzzo che vanno a costituire le fondamenta del nuovo stadio. I tiranti della tensostruttura sono allentati fino ad afflosciarsi su se stessi, mentre i piloni si smontano e si tagliano in più elementi in modo da agevolare lo smaltimento. Anche i nuovi pennoni sono costruiti riutilizzando il calcestruzzo triturato e reimpastato. I materiali plastici intanto vengono raccolti e accumulati separatamente. I numeri, al termine dell’operazione sono lusinghieri: sono state recuperate circa 6.000 tonnellate di acciaio, rame e alluminio e il loro parziale riutilizzo ha generato un risparmio che è stato valutato in oltre un milione di euro.
Soprattutto si è dimostrata un’attenzione particolare per il rispetto dell’ambiente, facendo ogni possibile sforzo per limitare al massimo l’impatto che un’opera di tale portata potrebbe comportare. E anche da questo punto di vista, il Nuovo Stadio della Juventus rappresenta un’eccellenza.