Giaccherini: "Paratici chiamò il mio procuratore per dirgli che sarei andato alla Juve. Per me un sogno"

05.12.2022 20:40 di  Simone Dinoi  Twitter:    vedi letture
Giaccherini: "Paratici chiamò il mio procuratore per dirgli che sarei andato alla Juve. Per me un sogno"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Emanuele Giaccherini, ex giocatore della Juventus, è stato intervistato da Calciatori Ignoranti Originals dove si è soffermato sul suo passato in bianconero a partire dal trasferimento a Torino: "Mancava un anno di contratto col Cesena e stavo per rinnovare. Mi voleva anche la Fiorentina, invece Paratici chiamò il mio procuratore e gli disse: a fine agosto Giaccherini viene alla Juventus. Per me era un sogno. Il mondo Juventus lo percepisci solo da dentro. Lì giochi per vincere sempre, non hai la possibilità di sbagliare, esiste solo l'ossessione per il miglioramento. Non conta quello che hai fatto e per questo le vittorie non si festeggiano troppo a lungo. Si guarda solo avanti. Alla Juve posso solo che dire grazie, mi ha portato in Nazionale".

Su Conte: "Se Bisoli mi ha creato, Conte mi ha perfezionato. È andato contro tutti per avermi ed è merito suo se sono andato alla Juventus. Contro il Bologna mi ha chiamato Giaccherinho, non potrò mai dimenticarlo. Sono sicuro che prima o poi vincerà la Champions League, o almeno la meriterebbe. Se nel calcio c'è una giustizia, come una classifica a punti, da top allenatore qual è la porterà a casa. Lo metto al livello di Guardiola e Ancelotti.

Sul primo scudetto: "Venivamo da un settimo posto, ma avevamo giocatori importanti. C'era un evidente dislivello rispetto al Milan, abbiamo sempre inseguito, eppure la nostra costanza e il nostro lavoro nel 2012 ci ha portati a vincere lo scudetto. Dei 9 titoli di fila, per gli juventini il primo è sicuramente stato il più bello. Perché è stato lo scudetto della fame, della fatica e del lavoro. Eravamo un rullo compressore, intensi, feroci. Senza molti campioni".