Fulvio Bianchi: "Palazzi, il generale e la giustizia italiana"

Parla il giornalista.
29.06.2015 21:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Fulvio Bianchi: "Palazzi, il generale e la giustizia italiana"
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© foto di Federico Gaetano

Attraverso la propria rubrica su Repubblica.it, il giornalista del quotidiano romano Fulvio Bianchi, nella sua rubrica "Spy Calcio" ha analizzato la situazione del calcio italiano. Con la situazione di Stefano Palazzi in primo piano: " "Dateci più tempo per fare le indagini": la Figc si appella al Coni e chiede modifiche al nuovo codice di giustizia sportiva, voluto da Giovanni Malagò e varato, dopo un lungo lavoro di squadra, lo scorso anno. La Figc si augurava che le modifiche al nuovo codice potessero arrivare già il 2 luglio quando a Milano, in occasione dell'Expo, sono previste una Giunta e un Consiglio Nazionale del Coni. Ma non c'è tempo: se ne parlerà solo il 28 luglio a Roma nell'ultima Giunta prima delle vacanze (poi il 15 settembre, il Coni itinerante, va a Torino). Fra Coni e Figc ci sono opinioni diverse, niente guerra però: d'altronde, fra Malagò e Carlo Tavecchio c'è stima e rispetto. Il n.1 dello sport italiano ha difeso il presidente della Figc anche nei momenti più turbolenti (e non sono certo mancati nell'ultimo anno). Ora si cercherà di mettere mano alla giustizia sportiva: che ci siano delle cose da modificare, lo sa bene anche Malagò. Si farà con calma, e, se possibile, anche con il pieno accordo della Federcalcio. Il problema, semmai, resta il rapporto non facile (eufemismo) fra i due superprocuratori: quello del Coni, il generale Enrico Cataldi, e quello della Figc, Stefano Palazzi. I due non si sono mai "presi": ora ci dicono che i loro rapporti personali siano compromessi. Palazzi è stato sempre molto riluttante nel consegnare gli atti a Cataldi, a differenza degli altri procuratori federali molto collaborativi. Fra i due ci sono anche stati due incontri, promossi da Malagò e Tavecchio, che però purtroppo non hanno portato a risultati positivi. Adesso Cataldi ha "salvato" Palazzi dalla mossa (improvvida) della Lega Pro che aveva chiesto gli togliessero tutte le inchieste.

Ma Palazzi deve dare un segnale di voler rispettare modi e tempi: l'inchiesta sul calcioscomesse è complicatissima, d'accordo, e a Roma molte carte non sono ancora arrivate dalle varie Procure (della Repubblica). Inoltre, molti tesserati, consigliati dai loro avvocati, sfuggono agli interrogatori. Ma Palazzi dovrà comunque venire a capo entro l'estate, e con le regole attuali: in Figc sostengono che il nuovo codice più garantista allunga i tempi e complica il lavoro (soprattutto se ci sono di mezzo anche i patteggiamenti), mentre al Coni sono convinti che sia la Figc a chiedere più tempo, nascondendosi magari dietro le varie Procure. Dovranno mettersi d'accordo. In settimana (forse martedì 30 giugno) intanto Palazzi dovrà decidere su Lotito: ha già sforato di oltre 15 giorni, ma stavolta è giustificato. D'altronde, i rappresentanti dei club, interrogati su quel famoso audio di Iodice rivelato in febbraio da Repubblica, avevano detto poco o nulla agli 007 di via Campania. Più loquaci invece erano stati con i pm di Napoli: Palazzi ha incontrato i magistrati napoletani, ai quali lo legano stima e amicizia, e ha avuto carte nuove. Ora, proceda. Lo farà: quasi certo che ci sarà il rinvio a giudizio, alcuni club degli oltre 10 sentiti dai pm, avrebbero confermato infatti pressioni indebite, voto di scambio (col Gubbio) e promesse di contributi. Tutte cose che, almeno per la giustizia sportiva, hanno un certo peso. Ricordiamo che in caso di condanna Claudio Lotito, se supera il cumulo dei 12 mesi, decade da consigliere federale. Una carica cui tiene molto".