Bellinazzo (Il Sole 24 Ore): "La Juventus è la società che ottiene di più in Italia dal proprio stadio"
Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, intervistato da goal.com, si è espresso sui progetti di Milan e Inter per San Siro: "Dopo anni di incertezze dovute anche ai cambiamenti societari, Inter e Milan hanno rotto gli indugi ed esplicitato al sindaco di Milano Sala la volontà di investire insieme in una casa comune, con San Siro come prima scelta. Questa in effetti appare la soluzione più ragionevole e meno dispendiosa. San Siro è tra i cinque stadi più noti al mondo, un’istituzione che sarebbe un errore clamoroso abbandonare. Inoltre, un intervento di ristrutturazione e modernizzazione, bilanciato da una concessione da parte del Comune di un diritto di superficie di 99 anni sul modello Udinese, potrebbe costare alle due società meno di quanto costerebbe a ciascuna la costruzione ex novo di un impianto di proprietà. Se poi la concessione si estendesse anche al diritto di intitolazione l’esborso potrebbe essere compensato in gran parte. Per dare il proprio nome al nuovo San Siro uno sponsor di caratura internazionale potrebbe pagare tra i 5 e gli 8 milioni all’anno. Da qui a fine anno un gruppo di esperti avrà il compito da qui di ipotizzare perciò il migliore percorso di rinnovamento per tenere insieme le esigenze di tutte le parti in causa, il Comune che da San Siro incassa canoni per oltre 8 milioni all’anno, il fondo Elliott e Suning. L’Inter nel 2015 aveva preparato un suo progetto per uno stadio da 65mila posti senza più terzo anello, per lasciare spazio ad esercizi commerciali di vario tipo. Ma ora si ripartirà da zero. L’investimento totale potrebbe costare, a seconda di quel che si deciderà, dai 100 ai 200 milioni da suddividere tra tutte le componenti interessate con un arco temporale per realizzare i lavori edilizi di non più di 4 anni. L’obiettivo è avere uno stadio che assicuri a regime 100 milioni di ricavi annui, per ciascuna squadra . Questo è il livello di incassi che i grandi club europei come Barcellona, Real Madrid, Arsenal e Manchester United, raggiungono e superano stabilmente ogni stagione. La Juventus, la società che ottiene di più in Italia dal proprio impianto (di proprietà), inaugurato nel 2011, è arrivata finora a un massimo di 60 milioni . Per quel che sono la struttura e la capienza dell’Allianz Stadium e il livello dei prezzi è difficile immaginare che si possa avvicinare nelle prossime stagioni quota 100 milioni.
Inter e Milan con uno stadio all’avanguardia puntano perciò a triplicare i loro introiti. Nella stagione 2017/18 il Milan ha incassato 35 milioni e l’Inter 34. Nel corso degli ultimi dieci anni è stato questo il livello “fisiologico” delle entrate da botteghino, fra biglietti e abbonamenti, dei due team, con qualche oscillazione dovuta all’andamento dei singoli tornei e della partecipazione alle coppe europee. Tuttavia i sold out delle ultime settimane, con incassi per i big match da 5 milioni e oltre, e una media spettatori che con più di 50mila presenze sugli spalti è il doppio di quella della Serie A, dimostrano che ci sono a differenza del caso Juventus, ampi margini di crescita. Per sfruttarli appieno serve un San Siro “extralarge” che sia modernamente ristrutturato e che estenda le sue pertinenze alle zone limitrofe, inclusa l’area del trotto, per i servizi di hospitality, parcheggi e ristorazione, che abbia delle cucine (oggi a San Siro non è possibile farlo sul posto a differenza dello Juventus Stadium) e non solo. Si deve pensare a un museo ipertecnologico innestato nei circuiti turistici della città, sale per convegni e ricevimenti, negozi di abbigliamento sportivo, bar e luoghi di ritrovo per le famiglie. Quest’insieme di servizi deve rendere l’area viva e attiva per sette giorni alla settimana. Un traguardo non impensabile per il capoluogo lombardo. Il nuovo San Siro avrebbe del resto già il doppio degli eventi sportivi di qualsiasi altro impianto top. Ovviamente vanno inglobati nello stadio tutti i servizi che oggi vengono svolti da soggetti terzi in quanto a parcheggi, cibo, bevande e merchandising. Una possibilità offerta dalle attuali norme che in caso di ristrutturazione dello stadio consentono ai club di svolgere in esclusiva tutte le attività commerciali in un perimetro di 300 metri , da cinque ore prima a tre ore dopo le gare , (lo ha previsto il decreto legge n. 50 del 2017 poi convertito in legge). Una novità introdotta proprio per frenare la diffusione di chioschi e le bancarelle che assediano gli stadi, danneggiando i club con la vendita di prodotti contraffatti. In questo modo si possono porre le condizioni per dare vita a una struttura in grado di generare più profitti sia dal cosiddetto matchday (60/70 a stagione per club) sia dagli eventi collaterali (20/30), contribuendo alla definitiva rinascita del calcio meneghino".