Abete: "Inter e Juve sono dove dovevano essere, Napoli più indietro. Nazionale? Conta il senso di appartenenza"

10.10.2019 13:40 di  Rosa Doro  Twitter:    vedi letture

Intervistato da Il Mattino, Giancarlo Abete ha parlato dei temi del calcio italiano:

Il campo resta il primo amore: che serie A sta vedendo?
"Le impressioni iniziali rispecchiano un po' quello che ci si aspettava. Inter e Juve sono lì dove dovevano essere". 

E il Napoli?
"Forse è quella che è un po' più indietro, ma siamo all'inizio. A questo punto della stagione pensavo potesse avere qualche punto in più. Ma sono rimasto colpito dalla grande prestazione da squadra matura contro il Liverpool".

E poi cosa è successo?
"Va tutto contestualizzato nel momento e l'aria che si respira fuori non è la stessa che si respira nello spogliatoio".

A proposito di allenatori: sono tornati Conte e Sarri in Italia, in quale stato è il calcio italiano?
"Il termometro per valutare il nostro stato di salute è dato dalle sfide in Europa e siamo assenti da troppi anni dai palcoscenici importanti. L'Inter ha fatto una bellissima partita a Barcellona, ma poi ha perso. In Champions si deve avere qualità e continuità. Non possiamo sottovalutare il fatto che altrove ci siano campionati molto competitivi: d'altra parte lo scorso anno sono arrivate in fondo 4 inglesi". 

Con Mancini in Nazionale è tornato l'entusiasmo.
"La cosa più importate è che abbiamo talenti di grande prospettiva e un grande senso di appartenenza. Poi mi auguro che possiamo fare bene all'Europeo anche se so che l'esito della competizione dipende dal livello fisico in cui arrivi. La Nazionale unisce sempre e penso che noi italiani siamo stati molto toccati dalla mancata qualificazione al Mondiale 2018".

Cosa ci manca?
"L'esperienza. Abbiamo tanti giocatori che hanno più presenze in Nazionale che nelle coppe europee con i club. L'esperienza internazionale è importante e non si compra".

Si è parlato tanto della maglia verde con la quale giocherà l'Italia contro la Grecia
"La maglia azzurra resta la maglia azzurra, ma questa, che è la terza divisa, è stata scelta per celebrare un momento particolare e assecondare delle scelte di marketing che oramai fanno parte dei tempi moderni. Credo sia sbagliato fare il paragone con la maglia azzurra".

Da ex milanista: come vede la situazione dei rossoneri? 
"Da fuori è sempre difficile poter valutare. Certo, non è stato gestito bene lo stato d'animo del tifoso. Sembra che ogni anno si riparta da zero".