IL TERZO TEMPO - Perchè Allegri si è guadagnato il rinnovo. Il deferimento di Agnelli conta zero, la società fa quadrato contro l'"ingiustizia sportiva"

Verso il rush finale della stagione: Allegri ha numeri da record per le prime 150 panchine in bianconero. L'ennesimo attacco della giustizia sportiva alla società, stavolta non porterà a nulla.
21.03.2017 14:30 di  Luigi Risucci   vedi letture
IL TERZO TEMPO - Perchè Allegri si è guadagnato il rinnovo. Il deferimento di Agnelli conta zero, la società fa quadrato contro l'"ingiustizia sportiva"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Archiviata la difficile trasferta di Marassi contro la Sampdoria, la pausa per le nazionali offre ad Allegri ed ai pochi superstiti rimasti a Vinovo l'occasione per rimettere energie nelle gambe in vista del rush finale della stagione. Campionato, Coppa Italia e Champions League, tutto nei due mesi finali, con i bianconeri che ad Aprile scopriranno davvero chi sono, soprattutto con la doppia sfida al Barcellona di Luis Enrique. Rimarranno a lavorare a Vinovo anche alcuni big tra cui Chiellini, Marchisio e Alex Sandro (ancora inspiegabilmente ignorato dal ct Tite), oltre a Dybala che dovrebbe tornare subito dopo i controlli al flessore con lo staff medico della nazionale albiceleste. Al rientro, la doppia sfida al Napoli già potrà dire molto su Serie A e Coppa Italia, al San Paolo ci sarà un'atmosfera infernale, soprattutto per l'odiatissimo ex Higuain. Sarebbe opportuno da parte delle società mandare segnali distensivi alle tifoserie, anche alla luce dell'episodio che nello scorso week end ha visto un bus di tifosi juventini preso a sprangate in autostrada da alcuni facinorosi, e non tifosi, napoletani. L'appello probabilmente resterà inascoltato ma, si sa, in Italia è problematico fare passi avanti sul fronte della cultura sportiva, si preferisce quella dell'alibi e dell'odio per l'avversario, fino a quando non accade la tragedia di turno. Quella di domenica è stata la panchina numero 150 per Massimiliano Allegri, ad oggi, l'allenatore con la percentuale di vittorie più alta della storia bianconera tra i mister che hanno superato quota 100 panchine. 71% di successi tra campionato e coppe, un dato spaventoso se si pensa che Trapattoni, il tecnico che più ha vinto in termini di trofei, è “fermo” a quota 53%. Spesso sottovalutato il tecnico livornese, se si pensa che dalla finale di Champions raggiunta due anni fa, al suo esordio, la squadra ha subito una pesante metamorfosi tecnica e di personalità: ben sei undicesimi della formazione titolare che scese in campo a Berlino non fa più parte della squadra, con perdite del calibro di Pirlo, Vidal, Pogba, per citarne tre. Allegri ha inserito ogni anno nuove leve nella macchina bianconera, dando a tutti gli ingranaggi il tempo necessario per oliarsi e funzionare al massimo. I suoi meriti sono sotto gli occhi di tutti, tranne che dei calcisticamente ciechi che si ostinano a paventarne l'inadeguatezza ed a desiderare chissà quali allenatori sulla pesante panchina della signora. Anche agli occhi della dirigenza la “grandezza” di Allegri sembra essersi palesata, con le dichiarazioni di Marotta e Paratici che legano il nome del mister alla squadra per il futuro prossimo, con un contratto in essere fino al 2018 ed un rinnovo probabile all'orizzonte.

Quanto accadrà nei prossimi mesi potrà essere l'ago della bilancia nelle dinamiche della panchina bianconera, oggi saldamente ancorata al carattere e ai tratti dell'allenatore già di Cagliari e Milan. I suoi meriti, oltre alla freddezza dei numeri, sono cristallizzati nella dimensione europea che è riuscito a dare alla squadra, al merito nell'inserimento dei giovani nel progetto tecnico ed anche dalle sirene del top club europei, pronti a costruirgli ponti d'oro pur di portarlo in nuove avventure. Altro tema della settimana è stato il rinnovato attacco lanciato dalla giustizia sportiva alla società Juventus. Il presidente Agnelli ha fatto quadrato, compattando lo staff dirigenziale, ed esponendosi in prima persona per difendere il buon nome della società. Sia chiaro, dal punto di vista giuridico il deferimento arrivato in settimana vale zero, dato che il presunto coinvolgimento dei tesserati bianconeri nei procedimenti ordinari è limitato alla veste di testimoni. Per fortuna, la giustizia ordinaria, seppure in tempi lunghi, è in grado di dare riscontri processuali autentici, di ricostruire le responsabilità in maniera seria e dettagliata ed anzi, si è giovata della collaborazione della società per dare seguito alle indagini. Il deferimento al presidente Agnelli è solo l'ultimo atto di una campagna di “ingiustizia” che si protrae da lunghi anni nei confronti della Juventus; si cerca in ogni modo di spodestare una dittatura che, sul campo, ha lasciato solo le briciole agli avversari e che è frutto di una programmazione dettagliata e lungimirante sotto ogni punto di vista. La sosta delle nazionali regala respiro a chi rimarrà a Vinovo ma anche le consuete ansie ai tifosi, per i consueti ed odiatissimi conti da pagare alla sfortuna. Occhi puntati dunque anche sulle amichevoli, da sempre foriere di sventure per giocatori pagati dalle società e spesso spremuti oltremodo nelle proprie selezioni nazionali. Come detto, Dybala potrebbe rientrare all'esito degli accertamenti svolti in giornata dalla nazionale argentina, quella stessa selezione in cui, oltre ad Higuain, milita Messi. Forse i due folletti si incontreranno solo per qualche ora in questa occasione: appuntamento rinviato alla doppia sfida dell'11 e del 19 aprile, in cui si scriverà la storia di questa stagione e non solo.

© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport