Giaccherini: il Piccolo Grande Uomo entrato nella storia bianconera

Il romanzo di Thomas Berger, "Little Big Man", narra le vicende di un uomo basso di statura, dal grande coraggio e voglia di lottare. E' il ritratto perfetto di Emanuele Giaccherini.
11.07.2013 08:00 di  Enrico Danna   vedi letture
Giaccherini: il Piccolo Grande Uomo entrato nella storia bianconera
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Little Big Man, ovvero “Il Piccolo Grande Uomo” è un romanzo degli anni '60, scritto dall'americano Thomas Berger. Dal libro è stato tratto l'omonimo film, diretto da Arthur Penn. Il romanzo narra la storia di un uomo basso di statura, ma dal grande coraggio e dalla voglia di lottare. Ecco, è questo il ritratto di Emanuele Giaccherini, arrivato due anni fa in punta di piedi, tra lo scetticismo e l'ilarità dei più. Da sempre tifoso dell'Inter, ha conquistato tutti sin dal primo giorno con la dedizione al lavoro, l'impegno, l'abnegazione, la professionalità. Si è calato alla perfezione nell'ambiente Juve, nello stile e nella mentalità della Vecchia Signora. Pareva fosse nato con quella maglia addosso. Si è conquistato un posto di rilievo nel cuore dei tifosi. Giocatore duttile e disponibile, sempre al servizio della squadra e dei compagni, mai una parola fuori posto, un comportamento sbagliato. Un cosiddetto gregario, di quelli che ti fanno vincere gli scudetti. Ogni volta che è stato chiamato in campo, ha risposto al meglio, sino al picco probabilmente più alto, raggiunto durante la gara Juventus – Catania, dell'inverno scorso, quando ha risolto la partita ad una manciata di respiri dalla fine. Quella rete, è valsa lo scudetto numero 31. In questi due anni, oltre ad aver conquistato la Juve, Giaccherini si è ritagliato uno spazio importante anche in Nazionale. Con la maglia azzurra, ha disputato una Confederations Cup davvero eccellente, cosa che gli è valsa l'attenzione di diverse squadre, Sunderland in primis. E dire che c'era qualcuno (più o meno tutto il mondo non bianconero) che si chiedeva cosa ci facesse Emanuele in Nazionale. Forse, dopo averlo visto in azione, una risposta, gli scettici, l'hanno avuta. Più di una. Il trasferimento agli inglesi è una di quelle cessioni che fanno male, soprattutto se gestite solo dal punto di vista emozionale. Il discorso, però, va inquadrato in un'ottica più ampia. L'operazione, è economicamente vantaggiosa e permette alla Società di generare una bella plusvalenza di bilancio. Il giocatore, ha dato il suo assenso, altrimenti non sarebbe stato ceduto. Nell'anno che precede i Mondiali, probabilmente Giaccherini ha pensato che giocare con più continuità (anche se all'estero) equivale a possibilità maggiori di guadagnarsi una convocazione in Nazionale (siamo certi che a tal proposito avrà avuto un lungo colloquio con Prandelli). E poi, a fronte degli acquisti già messi a segno, qualcuno doveva e dovrà ancora essere ceduto. Tolti gli incedibili e i titolari inamovibili, l'essere riusciti a portare a casa una buona cifra per un calciatore che comunque avrebbe fatto molta panchina, è sicuramente una operazione da inquadrare positivamente. Certo, il cuore, questa sera è triste e le lettere fanno fatica a rimanere impresse, tanto è forte l'emozione per quel “Piccolo, Grande Uomo” che, in soli due anni, si è ritagliato uno spazio importante nella storia bianconera. Molti altri, anche se più noti ed affermati di lui, non ci sono riusciti. E scusate se è poco. Grazie Giak e buona fortuna! Da oggi, il Sunderland, avrà tanti tifosi in più!!!