Antonio Conte ed un "ristorante" sempre più costoso. A giochi fatti forse è tutto più chiaro

02.09.2014 15:30 di  Danilo Fago   vedi letture
Antonio Conte ed un "ristorante" sempre più costoso. A giochi fatti forse è tutto più chiaro
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Antonio Conte non ha perso tempo ed ha subito lanciato un segnale forte: impossibile prescindere dal blocco Juve. E così ecco Buffon, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Giovinco, Ogbonna (anche se come prima riserva), gli ex Juve Osvaldo, Immobile, Quagliarella e Giaccherini nonchè l'attaccante del Sassuolo Zaza di proprietà del club di Corso Galileo Ferraris. Insomma il buon Antonio ha da subito capito come puntare in alto con la Nazionale: blocco bianconero con uomini e "soldatini" prima che calciatori, una sorta di ricostruzione a Coverciano del microclima di Vinovo. Chiaro, mancano gli stranieri juventini, i top player Vidal e Pogba che Conte tanto temeva di perdere; quelli non possono essere naturalizzati, ma una domanda nasce spontanea adesso: riuscirà il tecnico salentino a mangiare con 5 € (le famose 10 € al netto del valore di Pogba e Vidal) in ristoranti costosissimi come "L'Europeo" di Francia e "Il Mondiale" di Russia? In effetti considerato il finale del mercato bianconero (Vidal e Pogba sono stati trattenuti a Torino) e la sfida impervia che attende Antonio con gli azzurri, possiamo in definitiva dichiarare caduta l'ipotesi di addio alla Juve per carenza di competitività a livello europeo e per insoddisfazione in ottica mercato.

Difficile, infatti, pensare che la Nazionale italiana rappresenti quel serbatoio di top player in grado di assicurare con matematica certezza conquiste oltre i confini peninsulari. Se ci fermiamo a riflettere un attimo la Juve sta al Bayern come l'Italia sta alla Germania e allora vogliamo pensare che l'unica vera motivazione del divorzio Juve-Conte non può che risiedere in una carenza di stimoli e in un rapporto oramai logoro per ambo le parti, con buona pace dei detrattori dell'una e dell'altra parte. In fondo, con tutta probabilità, le motivazioni ufficiali fornite prima dalla società e poi dallo stesso Conte nella conferenza di presentazione non erano poi così lontane dalla realtà dei fatti.