38 milioni per Batshuayi: la quindicesima in Premier League spende più della prima in Serie A. Juventus, Alexis Sanchez la miglior idea possibile. Conte il vero fuoriclasse dell'Italia, ma quei quattro lì dietro non scherzano

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Titolo di avvocato e dottorato di ricerca nel cassetto per scrivere di calcio, su TuttoMercatoWeb.com
28.06.2016 01:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
38 milioni per Batshuayi: la quindicesima in Premier League spende più della prima in Serie A. Juventus, Alexis Sanchez la miglior idea possibile. Conte il vero fuoriclasse dell'Italia, ma quei quattro lì dietro non scherzano

Trentotto milioni di euro, più bonus: è questa la cifra che il Crystal Palace, la quindicesima squadra dell'ultima Premier League, mette sul piatto per arrivare a Michy Batshuayi. Obiettivo di mercato della Juventus, la prima squadra della Serie A, a cui l'attaccante belga dell'Olympique Marsiglia piace parecchio, ma che a spendere cifre del genere per una promessa, per quanto sia una grande promessa, non ci pensa neanche. La differenza sta qui, conviene partire da qui, anche dalla follia che queste cifre rappresentano, per il pallone italiano. Quando si parla di calcio, di mercato in particolare, le differenti possibilità economiche la fanno da padrone. Al netto della tanto chiacchierata Brexit e del calo della sterlina, oltremanica si gioca un altro calcio. Forse non il miglior modello immaginabile, basti vedere i risultati dell'Inghilterra a Euro 2016, ma un calcio con cui a livello economico è difficile, se non impossibile, competere. E allora Batshuayi, a cui pure la dirigenza bianconera ha pensato, si allontana. Come Edinson Cavani, che per la verità non è mai stato semplice. Meno di Alexis Sanchez: dall'altro ieri è bi-campione di Copa América, dei piazzamenti targati Arsenal si sarebbe pure stancato. Non è semplice per le stesse ragioni per cui Batshuayi è quasi impossibile, ma rimane l'idea migliore che Marotta e Paratici possano avere. Si è parlato di Euro 2016, non si possono non citare i due gol rifilati dall'Italia alla Spagna. Antonio Conte è un fuoriclasse, chi ha vissuto gli anni recenti della Juventus lo sa bene: spigoloso, volitivo, a volte persino antipatico. Ma un fuoriclasse assoluto. Ti aspetti un'Italia attendista, ne trovi una aggressiva contro i maestri dell'odioso tiqui-taca. Che non ci capiscono nulla e cedono il passo a chi ha più voglia. L'Italia vista oltralpe fa innamorare, senza troppi giri di parole. Anche chi non la tifa l'apprezza, anche la Tour Eiffel s'illumina di verde, bianco e rosso. Con la Germania sarà tutto più complicato, ma nella spedizione azzurra c'è chi ne sa qualcosa di sfide: la Vecchia Signora, d'altronde, prima di Conte veniva da due settimi posti e si è ritrovata Campione d'Italia. La base delle fortune azzurre, nel periodo storico meno florido per i talenti nostrani, ha poi una sigla familiare ai tifosi juventini. Che sembra quella di una televisione britannica, ma con una B in più: BBBC. Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini. I quattro dell'Ave Maria, tanto per poter menzionare in maniera commossa il nome di Bud Spencer. Quattro da mandare a memoria, credo religioso prima che sportivo. Come Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea. In mezzo ci andavano Collovati e Bergomi? Poco importa, la Juventus fa sempre le fortune dell'Italia, oggi come ieri. Le farebbe anche del calcio italiano, ma non tutti la seguono e il gap nel frattempo aumenta, con buona pace dei detrattori. 

Arriviamo alle notizie di mercato, di cui parlare all'indomani delle emozioni uscitate dall'Italia non è affatto facile. Anche perché la notizia di giornata non è una notizia: Dani Alves alla Juventus, c'è anche l'annuncio. Sul laterale brasiliano si sono già sprecati fiumi di inchiostro e di bit: oltre a migliorare la rosa a livello tecnico, l'ex Barcellona alza il tasso "mentale" della squadra, soprattutto in ottica continentale. Vi è comunque da rimanere vigili sul futuro dell'out destro, perché il continuo pressing su Mattia De Sciglio (nel mirino anche del Napoli), a questo punto il vero obiettivo per la fascia bianconera, fa sì che il futuro di Stephan Lichtsteiner resti tuttora un rebus. Alla cui soluzione penseranno soprattutto Chelsea e Paris Saint-Germain: occhio ai Blues, perché se l'Europeo del pendolino svizzero è già finito, quello di Antonio Conte no e il ct salentino avrà l'ultima parola su ogni movimento dalle parti di Stamford Bridge. Ultima parola che sembra detta sul destino di Domenico Berardi: temeva di non trovare spazio nella Juventus, parola di Eusebio Di Francesco, che lo conosce meglio di chiunque altri. Vero, con tutta probabilità, però per diventare grandi occorre correre rischi: l'avrebbe dovuto correre lui, l'avrebbe potuto correre la Juventus. A 22 anni è ancora presto per dire che la carriera del giovane calabrese sia arrivata all'apice, però continuare a crescere in quel di Sassuolo non sarà semplice. Al netto del fatto che la società neroverde sia molto più avanti di altre nella programmazione, l'Europa League sembra comunque il traguardo più ambizioso che i ragazzi di Giorgio Squinzi possano raggiungere. Detto di Berardi, se la decisione di non farlo arrivare a Torino è stata presa dalla Juventus, il rischio allora sarebbe duplice. Il classe '94 è infatti per distacco il miglior talento del calcio italiano, roba che non si vedeva dai tempi di Balotelli e Cassano, giusto per citare due avevano la possibilità di spaccare il mondo e per ragioni caratteriali hanno preferito non farlo. L'approdo a Vinovo non sarebbe stato semplice da gestire, ma la Juve avrebbe tenuto salda la presa su un giocatore come nessun altro e adesso invece rischia che l'Inter riesca a strapparglielo di mano. L'attacco, in attesa di novità sul fronte Paul Pogba, resta comunque il più grande interrogativo del mercato juventino. Sul francese non conviene andare oltre un breve riassunto, per non tediare chi legge: il Real Madrid e il Manchester United lo vogliono a tutti i costi (anzi, a costi davvero alti), la Juve non ha necessità né voglia di cederlo ma potrebbe farlo se arrivasse un'offerta monstre, Raiola gradirebbe la commissione derivante da un suo trasferimento ma si potrebbe accontentare di quella relativa a un sostanzioso rinnovo, che al momento sembra lo scenario più credibile. Siamo alle solite, in buona sostanza, ma se ne continuerà a parlare. È il calciomercato, bellezza.