Gli eroi in bianconero: Moreno TORRICELLI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
23.01.2017 10:30 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Moreno TORRICELLI
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nasce a Erba (CO) il 23 gennaio 1970. La sua storia ha dell’incredibile; si può dire che interpreta la fiaba di Cenerentola ambientata nel mondo del calcio. Torricelli, infatti, lavora come magazziniere in una fabbrica di mobili della Brianza ma, grazie a un’amichevole disputata dalla Juventus nel luglio del 1992 contro la squadra nella quale milita per hobby, la Caratese (Campionato Nazionale Dilettanti), la sua vita cambia. «Dai quindici ai ventidue anni ho lavorato fino alle sei del pomeriggio. Fare il falegname non mi dispiaceva, così come essere un calciatore solo per divertimento e qualche spicciolo. Avevo già allora una volontà di ferro. Ero uno di quelli che appena finito il turno preparava la borsa e volava al campo sportivo per l’allenamento. Fino a tardi, almeno tre volte a settimana. Sacrifici che oggi ricordo con grande piacere. Sarebbe stato bello farli anche se non fossi arrivato in Serie A.
In origine ero un libero. Staccato, si diceva quando la marcatura era solo a uomo. Ho giocato così nei primi anni a Oggiono. Poi nel 1990 andai a Carate Brianza, dove arrivò un allenatore, Antonelli, che portò idee nuove. Il Sacchi dei campionati minori. Ci fece giocare in linea e mi spostò a giocare sulla fascia. Mi ha inventato come terzino, sono stato bravo ad adattarmi».
Giovanni Trapattoni, impressionato dalla carica agonistica e dalla grinta del giocatore, lo convoca in prova nel ritiro precampionato bianconero e convince la Juventus ad acquistarlo per pochi milioni di lire: «All’improvviso è spuntata la Juventus e fino all’ultimo non ci ho creduto. Mi seguivano due società; avrei potuto andare alla Pro Vercelli, ho fatto un provino per il Verona, infine sembravo destinato al Lecce. Poi è arrivata la grande occasione, due amichevoli con la Juventus che aveva bisogno di prestiti per le gare di Vicenza e Ancona. La favola è cominciata lì. Con la Juventus, mica una squadra qualsiasi».
Non fatica molto a diventare titolare fisso della squadra che in quella stagione si aggiudica la Coppa Uefa, battendo in finale i tedeschi del Borussia Dortmund: «Probabilmente non ho avuto nemmeno il tempo di rendermene conto che giocavo con la Juventus, mi sono subito sentito a mio agio. Ora mi sembra tutto normale, grazie all’aiuto dei miei compagni che, sin dal primo giorno, si sono comportati con me come se fossi uno di loro».
Giocatore volitivo e dalla grande grinta, Torricelli occupa indifferentemente tutti i ruoli della difesa juventina, anche se preferisce giocare sulla fascia destra. Proprio per la sua generosità, per la sua voglia si lottare e per la sua determinazione, diventa immediatamente l’idolo dei tifosi juventini.
Dal Trap si passa a Lippi, ma la musica non cambia; Moreno è sempre titolare fisso della squadra bianconera. Le due stagioni migliori per Torricelli sono la 1994-95 e la 1995-96. Conquista lo scudetto, la Coppa Italia, la Champions League, la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa europea e la Supercoppa Italiana, disputando partite memorabili per intensità e grinta. Da incorniciare è la finale contro l’Ajax, nella quale sfiora il goal dopo una corsa di cinquanta metri verso la porta avversaria e viene eletto miglior giocatore in campo.
Naturalmente, arriva anche la convocazione in Nazionale con la quale disputa dieci partite, partecipando al Campionato Europeo inglese: «La stagione del primo scudetto è stata unica, memorabile; siamo partiti senza i favori del pronostico poi, strada facendo, arrivano le vittorie. Un pomeriggio, allo stadio Tardini, prima di Parma-Juventus, Luca Vialli si mise a strillare: “Ragazzi, il treno passa una sola volta, non facciamolo scappare”. Detto e fatto; battemmo i rivali emiliani per 3-1 e ci avviammo trionfalmente verso il titolo. Secondo me, quella è stata la partita della nostra svolta».
Nelle stagioni 1996-97 e 1997-98 Geppetto è ancora protagonista ed è determinante per la conquista due scudetti. Nell’estate del 1998, dopo 230 partite e tre goal in maglia bianconera, chiede e ottiene di essere ceduto alla Fiorentina, dove ad allenare la squadra c’è proprio Giovanni Trapattoni, l’uomo che lo aveva scoperto sei anni prima. Moreno lo ringrazia con un’ottima stagione che termina con la conquista da parte della squadra viola del terzo posto in campionato e con l’accesso ai preliminari di Champions League.
Disputerà ancora tre stagioni con i viola, fino all’estate del 2002, anno del fallimento economico della società. Nel gennaio 2003 si trasferisce in Spagna, nell’Español, dove disputa due stagioni. Torna in Italia nel novembre 2004 giocando nelle file dell’Arezzo, nel campionato di Serie B.