Sconcerti: "Rilanci e prestiti, così il calcio diventa un gioco virtuale"

31.01.2015 20:00 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Sconcerti: "Rilanci e prestiti, così il calcio diventa un gioco virtuale"
TuttoJuve.com

Mario Sconcerti ha proposto un'interessante analisi sulla sessione invernale di mercato, nel suo editoriale pubblicato stamane sul Corriere della Sera: "(....) il mercato d’inverno è diventato l’esatto aggancio di quello estivo, uno getta le basi dell’altro, il risultato è che non si smette mai. Prima l’unica soluzione era cambiare allenatore. Ora cambiare tecnico significa anche cambiare 3 o 4 giocatori. Ci si è convinti che il mercato d’inverno rimedi agli errori di quello estivo, ma non è così. E a forza di allungarlo ci si è convinti che tutto è permesso. Si rilancia continuamente. Non si compra nessuno in estate perché si può rimediare in inverno attraverso l’acquisto di prestiti. E viceversa. È una tattica che ormai fanno quasi tutte le squadre europee perché il bilancio non lo fanno più i cartellini ma gli stipendi. Quindi il giro consiste nel risparmiare su quelli.

Nessuno dice che prendere giocatori in prestito comunque significa diminuire il patrimonio reale di una società. (....). Per risparmiare sugli ingaggi non c’è squadra europea che non dia in prestito qualche grande giocatore. Si è scoperto anche una formula a metà strada tra la cessione e il prestito, cioè i 18 mesi di cessione del cartellino. È una scappatoia importante che permette di investire ancora 30 milioni su un giocatore senza paura di rimetterceli tutti. E al tempo stesso mette tutte le società europee sullo stesso piano: con quella formula tutti cedono qualcosa tenendosi in mano la base del cartellino. Ma non avendo un cartellino in cambio. Si è praticamente arrivati a un ricco socialismo universale dove tutti contribuiscono a finanziare gli errori di mercato degli altri. Nel frattempo il calcio non è più un gioco reale. Qualunque sconfitta viene digerita da una settimana di mercato, non esiste più la realtà ma solo quello che potrà avvenire per diventare migliori (...)".