Moggi su Libero: "Avrei fatto il Guardiano del faro, ora si sentirà Abete quando, dopo una partita andata male per la Fiorentina..."

22.07.2014 15:25 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Moggi su Libero: "Avrei fatto il Guardiano del faro, ora si sentirà Abete quando, dopo una partita andata male per la Fiorentina..."
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Luciano Moggi su Libero parla di Federazione: "Nel 2006 feci una promessa a me stesso e agli amanti del calcio: avrei fatto il “guardiano del faro”, sorvegliando coloro che si inventarono Calciopoli per colpire quanti avevano contribuito al trionfo mondiale dell’Italia, distruggendone l’immagine e impedendo loro di ricoprire posti di co- mando legittimati dalle loro capacità e da raccomandazioni. Mantengo la promessa. Si legge che l’ex presidente Figc, Abete, abbia affidato agli avvocati la richiesta danni per gli imputati di Calciopoli, l’ultimo atto di un uomo perfido che non ha saputo (voluto?) lavorare per il bene del calcio: lo dimostrano le figuracce della Nazionale agli ultimi due Mondiali. Dovrà spiegare dove gli imputati hanno mancato, visto che la Giustizia Sportiva prima e la Giustizia Ordinaria dopo hanno sentenziato la regolarità del campionato: nessuna partita alterata. Saranno finalmente sentite tutte le intercettazioni e tutti capiranno come Calciopoli non doveva esistere. Si sentirà Abete quando, dopo una partita andata male per la Fiorentina, sussurava al suo vice «siamo rovinati» e anche «non sono venuto allo stadio per non dare nell’occhio». Perché si è sentito rovinato? E perché cercava di nascondersi, tenendo però in allerta il suo vice? Forse cercava di nascondere la sua volontà di salvare la Fiorentina? Si sentiranno le telefonate di Carraro, allora presidente federale, quando intima al designatore di parlare con l’arbitro Rodomonti perché non favorisca la Juve in Inter-Juve del 28 novembre 2004; si sentirà il designatore spiegare all’arbitro due ore prima della parti- ta quale dovrà essere il suo comportamento, intimandogli: «Questa telefonata deve restare tra me e te, altrimenti ne paghi le conse- guenze». In quel match non fu espulso il por- tiere dell’Inter, Toldo, dopo un fallo da rigo- re... Abete dovrà spiegare cosa è “Premiopoli” e perché il Capo Ufficio dell’Ufficio Premi e Lavoro Figc, dr.

Vichi, amico di Abete e inse- gnante dei figli dello stesso presidente, inse- gnava a qualche amico come aggirare le nor- me Figc. In un verbale firmato dalle parti si legge: «Parlerò io con il tuo presidente, gli dirò come fare a non pagare il premio». Ci dovrà anche spiegare perché fu impedito all’avvocato Mattioli di aprire un’inchiesta su quell’ufficio dicendogli che lo stesso presen- tava delle precarietà; ci sono scambi di email tra Palazzi e lo stesso Mattioli che poi fu tra- sferito all’ufficio Doping. Naturalmente di Vichi non si ebbero più notizie. Sempre Abete dovrà spiegare perché “nascose” tre radiazio- ni ad un presidente che aveva “comprato” una partita: ricordate la valigetta con 250.000 euro? Nel frattempo è comparso il Presidente del Coni Malagò, che ha capito le storture della Giustizia Sportiva e l’ha ribaltata. Non si potrà più condannare a piacere gli antipati- ci e assolvere i simpatici in processi sommari come Calciopoli: ora non sono più gli imputati a dover provare la propria innocenza ma spetterà alla Procura provare la colpevolezza. Così nessuno avrà più il giocattolo in ma- no come aveva Abete, non ci saranno gioca- tori finiti in carcere per il calcioscommesse e poi riammessi, non ci saranno più dirigenti radiati da incolpevoli: lo dicono le sentenze, lo affermano le intercettazioni".