Mauro: "Domenica violenta, il calcio italiano fa passi indietro. Ora la Juve deve aggiungere qualcosa in Europa"

27.04.2015 01:00 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Mauro: "Domenica violenta, il calcio italiano fa passi indietro. Ora la Juve deve aggiungere qualcosa in Europa"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Massimo Mauro, ex ala della Juventus, ha detto la sua sulla violenza negli stadi e non solo, nel suo editoriale per Repubblica.ti: "Una domenica di grandi contraddizioni. Da una parte alcune gare di livello, dall'altra fatti che hanno riportato indietro il calcio italiano di anni. Partiamo da Torino, dove le immagini mi sembra parlino chiaro, e sono una occasione per punire le persone che si sono rese protagoniste di atti vandalici contro il pullman della Juve e quelle che hanno portato le bombe carta allo stadio. Peccato, perché bellissima è stata la partita e bellissimo il comportamento dei giocatori, corretto e pieno di gesti di cavalleria. L'aggressione al pullman a dire il vero non è una grossa novità, ricordo succedeva spesso anche quando giocavo: in qualsiasi partita in qualsiasi città poteva scapparci questo tipo di intimidazione, ma questo non è una consolazione, anzi... proprio per questo possiamo dire di aver fatto un balzo indietro di anni. Semmai vorrei sottolineare che fatti del genere sono una novità per la città di Torino, e mi sembra questo il dato più allarmante. Poi, come se tutto questo non bastasse, ti sposti a Bergamo e 'vedi' cose fuori dal normale. Negli ultimi minuti 'vedi' la palla danzare nell'area dell'Empoli senza che nessuno dei giocatori toscani riesca a mandarla fuori, fino al pareggio di Denis all'ultimo secondo. E poi partono i cazzotti, veramente strano.


Piano piano si tenta di far tornare le persone allo stadio, ma appena ci si riesce ecco il passo indietro. Nel nostro calcio non si riesce mai a gioire. Vedo una grande squadra che fa un ritiro punitivo per una sconfitta, e per il Milan è una novità. Negli ultimi venti anni non ricordo ritiri punitivi in casa rossonera, ma è anche vero che in questo lasso di tempo raramente la stella incontrastata era stata un giocatore del livello di Menez. Sento parlare di grandi novità in società, ma il rischio è sempre il solito: se non si acquistano giocatori di livello non si può pretendere il salto di qualità. 

Il calcio italiano deve imparare a costruire buoni maestri che a sua volta costruiscano buoni giocatori, questo è il vero punto. Ma c'è troppa fretta. Luis Enrique a Barcellona lotta per vincere, a Roma ovviamente non aveva Messi, Neymar e Suarez. Ma non lo hanno aspettato. Ora la vera cartina al tornasole per capire il livello del nostro calcio: la sfida della Juventus contro il Real Madrid. Finora aver eliminato Dortmund e Monaco è stata una cosa buona ma non eccezionale, semmai l'eccezionalità sta nella compagnia che la Juve ha in semifinale. Ora però la squadra di Allegri deve aggiungere qualcosa. E il fatto che in Italia non ci siano tre-quattro squadre che a cinque partite dal termine siano raccolte in pochi punti a giocarsi lo scudetto non fa bene a nessuno, neanche alla Juve che sta dominando. Sento troppi toni trionfalistici a proposito della presenza di tre squadre italiane, ma parliamoci chiaro, la 'presenza' è quella della Juve. In Europa League il Napoli se la vedrà con il Dnipro, e questo è tutto un programma. Ma la squadra di Benitez gioca questo torneo perché ha fallito l'ingresso in Champions per mano dell'Athletic Bilbao, che poi ha perso contro il Torino, quindi... A proposito del Torino, questa squadra è un piccolo miracolo: è passione e divertimento, anche la maniera di arrivare a vincere, spesso con sofferenza, piace. L'Inter sta meglio del Milan, Mancini lavora sulla mentalità e questo può essere utile per l'anno prossimo: gli servono però 5/6 giocatori di alto livello da affiancare a Icardi, Kovacic e Guarin che lo sono già. Chiudo con le romane. La  Lazio con il Chievo ha dimostrato di non avere le stimmate della grande squadra, questa partita la doveva vincere con un po' di cattiveria in più. Male invece la Roma, dove le cose sono sempre complicate e neanche Garcia riesce a gestirle. Tradotto: i giallorossi non riescono a migliorare".