Il Giornale - FIGC contro l'Antimafia

25.03.2017 13:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Il Giornale - FIGC contro l'Antimafia
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© foto di Luigi Gasia

Come riporta Il Giornale, si litiga. Sulla Juventus e sulle infiltrazioni della ndrangheta nella gestione dei biglietti dello Stadium. Chiunque ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma così è e del resto in Italia si baruffa su tutto. E quindi, Michele Uva (nella foto), direttore generale della Federcalcio, ieri ha tuonato: «Sulla vicenda-biglietti, che coinvolge la Juve, non siamo preoccupati: noi dobbiamo badare alla giustizia sportiva. Mi sembra però che si stia facendo un processo mediatico, il che non fa bene né al calcio, né tantomeno all'Italia. Il calcio dà esposizione e questo è evidentemente quello che sta accadendo. Occorre invece che la giustizia ordinaria faccia il proprio corso con la massima serenità». 

Potrebbe anche bastare. Invece no: «C'è in atto un'attività penale nei confronti di alcune persone dove la Juventus non esiste, non è coinvolta. E c'è un'attività della Procura federale, dove sono state violate alcune norme. Noi siamo sereni: mi sembra si stia alzando troppo il volume su una cosa banale. Penso che i problemi dell'Italia e della Commissione Antimafia dovrebbero essere rivolti verso attività ben diverse da quelle dei biglietti a una curva».

Non è quindi mancata la replica di Rosy Bindi, che della Commissione è presidente: «Noi non facciamo processi, men che meno mediatici. Di questo si cerchino altrove le responsabilità. Preoccupa che il direttore generale della Federcalcio ritenga che ciò di cui ci stiamo occupando non sia una cosa seria: ciò che fa male all'Italia sono le mafie, anche quando si infiltrano nello sport, e la sottovalutazione di questo fenomeno. L'inchiesta proseguirà a tutto campo». Concetti ribaditi da Claudio Fava, vice della Bindi: «Se il dg della Federcalcio definisce una cosa banale un'inchiesta penale sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel circuito del tifo organizzato c'è da essere preoccupati. Se poi si chiede alla Commissione Antimafia di occuparsi d'altro, sale l'imbarazzo».